Ricevo da Michele Marziani e pubblico con piacere:

Erri è Erri De Luca, lo scrittore napoletano di “Montedidio” e “Non ora, non qui”, giusto per citare due dei suoi romanzi più famosi. La ricetta l’ho pensata dopo aver letto un suo libro poco noto, “Napòlide”, una raccolta di racconti, dove l’ultimo si intitola “Pasta” ed è un descrivere asciutto e commosso intorno a una preparazione semplice, realizzata in solitudine.

Leggo: “è la sua pace quella pasta scolata sopra il crudo” e mi metto di fronte a una terrina dove taglio pomodorini di Pachino a pezzettoni, olive nere, basilico (chi è avveduto e ha tolto i fiori, ce l’ha ancora negli angoli del terrazzo) e prezzemolo tritati grossolanamente, a mano, e peperoncino rosso. Se sono in vena di golosità anche una mozzarella di bufala. Nella terrina buttate la pasta, scolata al dente, e condite con olio extravergine buono e avvolgente, meglio, in questo caso, un siciliano da oliva tonda iblea. È pasta molto più ricca di quella del racconto, dove si può ancora aggiungere aglio tagliato al momento. Ogni commensale il suo spicchio, a piacere.