… non è una cuoca, anche se il suo palato sarebbe nettamente all’altezza. E’ su questi schermi perché moglie del nostro Antonio Raffaele e complice, insieme a me, di una tappa mitica dal Maestro Vissani a Baschi. Mitica, e non uso mai a caso gli aggettivi, anche nella prima colazione.

Cominciamo con bolle Franciacorta nel salotto vicino al lago. Gianfranco è con noi tutto il tempo. Un privilegio ed un vero spasso culinario. Spasso? Risate a tal punto da asciugare gli occhiali pieni di lacrime. Gianfranco è in vena. Alla grande. Seduti qui mangiamo degli stuzzichini semplicissimi, complicati alcuni. Indimenticabili. Dovete andare e provare. Ahimè le foto in questa storiella saranno molto poche. E metti via sto’ telefono!

Però sto’ pezzo non me lo perdo: all’entrata del bellissimo Ristorante Vissani, sulla destra, c’è un muro di scatole arancioni Hermès. Sono le scatole vuote dei piatti che Gianfranco utilizza per il servizio. L’effetto ottico è notevole. E poi quando a lui piace qualcosa diventa così talmente travolgente che piace anche a te. Prendere o lasciare. Ci sediamo a mangiare.

Eccolo uno dei piatti Hermès. Sopra un pizzetta quadrata. Commovente. Ma per Gianfranco non è al massimo. Per lui mai nulla è perfetto. Gli dico: è buonissima. Si vabbè ma non è ignorante. La pizza deve essere ignorante. Unta, golosa. Così arrivano altre pizzette. Tavolo benedetto il nostro con il Maestro che sperimenta…

… strada facendo proviamo piatti nuovi non ancora in carta. Questo risotto l’ho fotografato mentre tutti erano distratti ragionando sulla cottura e sul dente del riso. Continuo ad essere convinta che, come per la pasta, aveva ragione Alessandro Dumas figlio: ognuno ha il suo dente. Il Risotto è mantecato con asparagi freschi, condito con grappa alla pera e pere, coperto con una tartare di scampi crudi. La scaglietta d’oro sopra riprende il colore della mantecatura con la grappa. A parte la descrizione un piatto che mi ricordo in ogni boccone. La serata finisce nel salotto dei fumatori con formaggi, dolci (i celebri dolci di Paola Vissani) e distillati. Se non lo mangi ora te lo ritrovi domani mattina a colazione! Sapete bene la mia poca amicizia con i dolci. Non li amo proprio. Mi piace ascoltarli, vederli preparare ma al secondo boccone non mi scendono più giù.

Antonio e Silvia sono felici. Stanno bene e fra poco una delle 7 stanze della Locanda Vissani li abbraccerà fra lenzuola di lino, di seta, di cotone pregiato? Quanti cuscini? Ogni camera è una coccola. The day after.

Il Maestro è andato via prima di noi. Sono le 8 e 30 e la Prima Colazione vissaniana è paragonabile a quella del Re Sole: centifughe e spremute.

Croissant mignon ripieni di crema e confetture di Paola, plum cake, mini-torte su piatti e alzatine,  crostate colme di mirtilli e frutti di bosco.

Fra i tanti pani per dolce/salato ecco il mio adorato Stolten. Ne taglio una fetta e la spalmo con una delle confetture di Paola. 

Silvia e Antonio mi richiamano quando sono in viaggio. Sto rientrando da Orvieto e una pioggia mista a grandine fa una tale confusione nella mia macchina che non sento nessuna delle loro parole. Immagino siano state di grande soddisfazione e felicità. Peccato che non c’era Luca. Era a Capri. All’Altro Vissani. Qui la sua intervista rilasciata ad Alberto Lupini su Italia a Tavola.