Per me Venezia è questa bella signora qui sopra. Irina Freguia è bella nel cuore e fotogenica nell’aspetto, beata lei. Ho passato due giorni nella Serenissima in mezzo all’acqua, sopra, sotto e di fianco. Ma c’era lei, la mia fatina fritolina…
Venezia, siamo quasi a Carnevale, è vuota. Poca gente sui battelli, sui ponti e nelle calli. Amo questa città. Mi tornano in mente ricordi di bimba e viaggi avventurosi insieme al fratello della mia mamma. Dopo Venezia andavamo a Vienna. Concerti e spettacoli segnavano le nostre giornate.
Ero piccola, forse troppo piccola per capire tutto. Ma consapevole che quel viaggio annuale era un grande privilegio per me. Lo zio morì giovane. Sono ritornata a Venezia con mio marito Carlo. Irina mi accompagna al suo Vecio Fritolin. Il Vecio Fritolin va esplorato non una ma tante volte. A colazione, a cena. Ve ne ho già scritto abbondantemente e continuerò a farlo.
C’è tradizione, rispetto delle ricette classiche ma anche tanta voglia di divertirsi, cambiare. Facciamo due passi? Irina ha deciso che oggi è solo per me. Mi piacerebbe andare a salutare i miei amici delle Carampane. Piove fitto fitto ed è caldo. Odori e intensi profumi di cucina ci avvolgono. Camminiamo una davanti all’altra e parliamo urlando. Tanto non ci sente nessuno.
La Trattoria Antiche Carampane la ricordo così: tanti specchi diversi che affollano due pareti bianche. L’ambiente è accogliente e la cucina a vista, di vecchia costruzione, è molto rassicurante.
I ragazzi dello staff mi sorridono. Dove ci pubblica signora? Francesco mi offre un caffè e si lamenta un po’. Poco però perché oggi a mezzogiorno è quasi pieno. Ed è mercoledì.
No lasagne, no pizza, no menu turistico… qui sotto leggete il motivo…
Lasciate le Carampane, altri passi nei vicoli che solo Irina conosce, ci portano Da Fiore. Qui un saluto veloce.
Anche se piove e l’ombrello lo porto sulla testa mezzo chiuso e mezzo aperto perché non passa nei vicoli, non mi sfugge nulla. Leggete qui sotto la vetrina di questo negozio che vende tutto. Recita detersivo sfuso…
Ti devo fare vedere una cosa bella. Siamo a Palazzo Mocenigo Peccato che chiude alle 16 e sono le 15 e 30. Veloci approcciamo il percorso più breve. Qui c’è il Centro Studi del costume e del tessuto.
Rubo qualche foto… non sono bellissime ma rendono l’idea.
Guardate che meraviglia! Il nostro percorso comincia da ampie sale, passa per abiti d’epoca ed emozioni olfattive.
Ogni tanto da qualche parte esce il profumo di un’essenza. Ambra, legno del chashmere, fiori di lino, arancia ecc…
Inebriante. E’ proprio il caso di dirlo. Vorrei comprare (?) ma la biglietteria è chiusa. Peccato. Una delle ragazze all’uscita di consiglia di andare a Il Mercante di Venezia, nella piazza del Teatro La Fenice. Andiamo?
Entro annusando come un segugio. Essenze, profumi, spezie. Prima qui c’era la più vecchia farmacia di Venezia, San Fantin. I mobili e gli scaffali sono gli stessi. Coccolati da un sapiente, delicato, gioco di luci.
Non fatevi ingannare dal lusso e dell’eleganza, sobri ma, come potete notare, evidenti. Potete trovare l’essenza che vi piace di più e spendere quanto spendereste nell’erboristeria sotto casa.
Ho trovato la mia Ambra, per la casa e l’ambiente, il Legno di Cashmere in gocce per umidificare il calore del termosifone e l’essenza fresca di arancia per il bagno…
Irina finisce le sue chiacchiere con la commessa e ritorniamo al Vecio Fritolin. Ci aspetta una serata degustazione nuovo menu… fortunate noi!