… e si baciano (mia figlia Teresa ad ogni film d’amore domandava sempre: mamma! ma quando si baciano?) sono sulla scalinata che porta alla parte più alta della Rocca, a Civitella in Val di Chiana. I Due che si amano sono carini, stretti stretti per proteggersi da sole, vento e pioggia che hanno cancellato il nome sulla targhetta, per cui non so chi è l’artista che ha fatto baciare, in eterno, questi Due.
Ma che ci faccio a Civitella? Ho un’ora d’aria, tra un impegno e l’altro. Nella valle le nuvole grigie rovesciano pioggia fitta e sporca (a Badia al Pino c’è un’azienda nefasta e inquinante che il paesaggio non merita). Alzo gli occhi e vedo che sulla Rocca di Civitella il cielo è più chiaro, le nuvole grigie sfumano illuminandosi. Decido di andare a cercare il sole.
Parcheggio in basso e salgo la prima rampa di scale. I paesini della provincia di Arezzo mi sembrano tutti uguali. Ma qui a Civitella c’è un’atmosfera diversa. La respiro ma ancora non la capisco. La prima piazzetta sfoggia un bel trattore davanti ad una vecchia farmacia, oramai chiusa.
E’ rimasto solo il termometro all’angolo a testimoniarlo. Per salire ancora più su passo accanto ai due tizi seduti all’osteria (aperta per fortuna come aperta è la macelleria a fianco). Parlano, sottovoce, in lingua tedesca.
Tutto è curato. Anche il leggero tappeto di prato sul pavé sembra fatto apposta. C’è un silenzio che non mi dà fastidio. E poi c’è il sole.
Voglio arrivare in cima, alla Rocca. Salgo ancora. Le scale sono comode, i gradini sono bassi. Fa un caldo piacevole. Incrocio un gruppetto di persone: due coppie agée con giovani figli al seguito. Parlano, piano piano, in inglese. Mi sorridono. Contraccambio.
Nella piazza della Basilica c’è una macchina. Un altro segno di vita. Ma perché allora io l’ho lasciata in basso, sotto le mura? Chissà da che parte si passa. Anche qui, come in tutti i comuni d’Italia, una targa grande accanto alla Basilica ricorda i caduti della Resistenza.
Attraverso il breve corso (l’estate ci fanno una festa gastronomica se non mi sbaglio) ed arrivo alla Rocca. Il cielo è azzurro e il vento fa correre le nuvole. Oggi avevo un terribile mal di testa che mi sta passando. Salendo ancora incontro questi Due che si amano. Il titolo dell’opera è scolpito in basso.
Lei dovrebbe essere a destra, nella foto e lui, di spalle. Non mi aspettavo di trovarli qui. Faccio ancora qualche altro gradino, poi non si può più andare per motivi si sicurezza, ed arrivo sotto la Rocca.
Con me, solo qualche cornacchia che si stiracchia per nulla impaurita dalla mia presenza. Lo sono più io. Giro le spalle e ringrazio Civitella, il suo silenzio, i suoi stranieri e i Due che si amano per avermi fatto passare il mal di testa. Scendendo incontro una bella ragazza. Parla dentro le sue cuffiette. Non è inglese, non è tedesco. E’ una lingua del Nord Africa, sicuramente.