… Daniele Zennaro e Francesco Scortegagna. La prima faccia è molto nota su questi schermi. La seconda meno ma lo diventerà. Francesco è il maitre sommelier del Vecio Fritolin. E’ giovane, preparato e simpatico.
Arrivo a Venezia in macchina la mattina presto di un paio di settimane fa. Pioviccica e fa anche freddo. Provo a raggiungere a piedi, senza perdermi!, il mio piccolo albergo. Un gabbiano, ciccione, sta frugando nella spazzatura. Ho paura dei piccioni, figuriamoci dei gabbiani. Lui, invece, non si sposta nemmeno se passa qualcuno.
Dire che mi fa ribrezzo sarebbe fargli un complimento. Ma ogni ponte ed ogni calla, a Venezia, ha il suo gabbiano. Anzi i suoi gabbiani. Quello di Richard Bach, ormai, è volato troppo lontano. E non sarebbe mai voluto sembrare repellente sorpreso a rubare fra i rifiuti! Alzo gli occhi, sono arrivata!
La mia piccola locanda dal nome inquietante, non dico come il gabbiano ma quasi, è sopra di me. Una stella ma bella brillarella… La Locanda Salieri è accogliente, pulita e la prima colazione merita veramente. Sotto c’è un ristorante con un giardino interno. Peccato i piccioni che la mattina si ingozzano di croissant. Colpa dei turisti che gli danno le briciole!
Due passi e, insieme a Gianfranco, il mio accompagnatore veneziano a sinistra nella foto, arrivo da Alvise. La gastronomia più bella di Venezia davanti al Mercato del pesce a Rialto. Rialtogel, per fortuna, non si rivolge, come tutti a Venezia, cinesi compresi, al turista babbeo.
Alvise ha una bella selezione di prodotti di valore italiani. Poi sbofonchia accattivante che non si lavora. Ma questo è motivetto nazionale e non solo veneziano. Rassicuro Alvise. Non so bene se serve ma ci provo.
Io e Gianfranco giriamo per Venezia a piedi fino a tarda sera. Solo per una puntata al Casino, ma cosa avete capito? siamo andati a lavorare non a giocare!, prendiamo il vaporetto. I piedi infuocati e poi raffreddati da un pioggione improvviso, che funge da doccia pre-cena, mi portano a casa. Da Irina. Al Vecio Fritolin.
Ed ecco i miei angeli… Menu nuovo per Daniele, nuova carta dei vini per Francesco. Assaggio tutto con molta attenzione: pani fatti in casa e alcuni nuovi vini.
Scelgo a caso, sembra ma non è vero che lo faccio, fra il menu nuova proposta dello chef e il menu tradizione (dove i miei Spaghetti Taganrog mantengono la pol position!). Pesce, carne e dolci. Il Cocktail di gamberi dell’Adriatico è molto abbondante, forse troppo, ed è buonissimo. La salsa rosa è ottenuta solo con passata di pomodoro emulsionata con olio evo del Garda.
Vado in crescendo e scelgo la tartare con i ravanelli. La carne proviene dal Nebraska ed è molto saporita. Sotto la tartare c’è una dadolata minuscola di pane integrale croccante. Intorno dell’origano giapponese. Da mangiare in insalata tanto è piacevole.
Ed ora dolci! Dal menu della tradizione pesco un tiramisù in tazza da colazione. Il mascarpone è nature, delicatissimo e grasso quanto basta. Mi faccio largo fra la granella di cacao e catturo un biscotto ancora croccante. Sono contenta che Daniele si stia dedicando a ricette datate. Che forse non hanno più nulla da dire? Ma forse anche si.
Con il tiramisu nel cuore mi appresto a tornare alla mia Locanda. La pioggia è ancora più insistente. Bella Venezia. La notte la fa sempre bella.
Sembra quasi che non piova…