Cavenago, qualche sera fa. Sono in attesa di amici nella sala d’attesa dell‘Enrico Bartolini al Devero Hotel. Una camicia incorniciata sotto vetro e poggiata a terra attira la mia attenzione. Firmata come un gesso ai tempi in cui si mettevano i gessi. E’ la mia seconda etoile. Mi dice Enrico. Ci sediamo a tavola, fra una chiacchiera e l’altra che sono le 22.
Sapevo che avremmo fatto tardi. Remo sa già tutto. Remo è il secondo di Enrico. Da qui in poi evito i complimenti e gli aggettivi inutili. Descrivo e racconto e mugolo in silenzio di piacere gustativo. Sopra potete vedere una crema di patate con quinoa soffiata e tartufo bianco. Silenzio.
Il silenzio continua con il gambero rosso e il suo fungo porcino. Accanto c’è un porro minuscolo ripieno della sua crema. Non si vede. O il gambero o il porro. Ho preferito il gambero e il suo fungo.
Le capesante che stai mangiano stamattina erano vive. La sfoglia croccante di amaranto in alto a destra mi fa venir voglia di prenderla con le mani. Così faccio. Promesso. Nessun commento.
Tutti mangiate l’agnello? Ci sono anche le animelle. Se non vi piacciono lasciatele lì. Secondo voi cosa abbiamo fatto?
Alla fine un dolce diverso per tutti. Per me un classico che Enrico sa che adoro: Crema bruciata con ciliegie, meringhe e mirtilli ghiacciati. Volevo fotografare anche l’interno ma i miei amici si sono fiondati con i loro cucchiai…