Troppe E…

Per rispondere alle tue domande servirebbe una tesi in scienze dell’alimentazione…

Dalla mia esperienza, addensanti e agglutinati GF vengono sempre più utilizzati per facilitare la lavorazione del prodotto e per ottimizzare gli strumenti di produzione in modo da renderli versatili e sfruttabili sia per prodotti GF e convenzionali. Una volta bonificata la linea di produzione, questa viene convertita al Gf, ma per garantire i numeri le caratteristiche della materia prima devono essere le stesse. Quindi, il primo danno deriva dal fatto che il GF deve assolutamente essere uguale al convenzionale. Un po’ come il seitan per i vegani…perchè se non voglio o non posso nutrirmi di carne, devo assolutamente mangiare qualcosa che gli assomigli a tutti i costi??? Controsensi. Se sono celiaco, a mio modesto avviso, perchè devo cercare assolutamente il prodotto che per antonomasia e antropologicamente è figlio del grano? Non sarebbe forse più intelligente creare nuovi alimenti naturali per soddisfare le esigenze di questa fascia di persone gettando le basi per nuove abitudini alimentari? D’altro canto l’evoluzione alimentare c’è sempre stata…dall’avvento dell’agricoltura in poi. La nascita degli additivi avviene per ottimizzare materie prime di scarsissima qualità. Nel caso dei prodotti per celiaci, oltre che per questo motivo si aggiunge il fatto di volerli rendere (contronatura) simili a quelli convenzionali per aspetto, struttura e consistenza. Quando si va contro nature è ovvio aspettare al varco la frana o l’innondazione!!

Vabbè, a parte questo preambolo… io faccio sempre più spesso riferimento all’epigenetica. Lo studio sul comportamento e reazione dei geni in relazione a ciò che ci circonda, allo stato emotivo e all’alimentazione che ogni uno di noi decide di seguire. Esistono dati che avallano il fatto che certe informazioni sono tramandate, quindi si parla di ereditarietà. I nostri antenati (senza tanto andare indietro…) non conoscevano e non avevano a disposizione molti degli ingredienti (E… su tutti) oggi utilizzati. Ergo, non abbiamo sviluppato la capacità di smaltirli. Il vero problema è l’accumulo di questi additivi, conservanti, coloranti di sintesi chimica che il nostro organismo non riconosce e che non sa dove mandare o stoccare. A questo si aggiunge il fatto che la dieta contemporanea non garantisce un giusto apporto di micronutrienti in grado di neutralizzare i radicali liberi e di proteggere l’organismo, favorendo sempre più spesso l’arrivo di numerose malattie sul lungo termine.

Ad oggi c’è ancora poca consapevolezza sui danni che alcuni di questi additivi alimentari possono provocare e ogni tanto si legge che alcuni vengono banditi (es Acido borico bandito dalla CE), per altri viene indicato un quantitativo massimo da non superare. Della serie…poco non ti uccide, subito!