Ed Eccomi a Osaka! Dopo 8 ore di volo la stanchezza si fa sentire, ma la mia voglia di Giappone è molto più forte, quindi doccia veloce e via all’esplorazione con un bel team di amici! Ho la grande fortuna di avere con me una cara amica giapponese e grazie a lei tutto sarà più facile! Pronti, via!
“No! Non ci credo”, queste le prime parole che sono uscite dalla mia bocca, tanto lo stupore. Sono in Giappone, finalmente e mi metto a fotografare come un giapponese a Roma. Le strade, le insegne, le luci e i colori, tutto come nei miei fumetti che leggevo da bambino.
Iniziamo davvero bene, ho quasi le lacrime per la gioia. Dopo una prima esplorazione io e la mia allegra compagnia ci rechiamo in un ristorante consigliatoci dalla nostra amica, Kanako.
So che sarà una avventura piena di emozioni sin da prima della partenza. Sin da piccolo ho iniziato ad assaggiare parte della cultura giapponese, semplicemente leggendo i Manga e guardando i cartoni alla tv, poi crescendo inizi anche ad interessarti anche di altri aspetti, quali culturali, storici e culinari.
Mentre scrivo ho la pelle d’oca, sono talmente affascinato da questa cultura, dalla gente, dalla loro esemplare educazione e il rispetto per il prossimo. Non vedo l’ora di atterrare a Osaka ed esplorare la città e muovere i passi in quello che considero un altro mondo; non vedo l’ora di visitare castelli, templi, ripercorrere la storia dei samurai e avventurarmi nella tradizione della cucina locale.
A proposito, l’avventura sarà ancora più interessante ed ostica perché il pesce non è il mio forte, ma non posso rinunciare al Sushi in Giappone! Prima di partire ripasso il mio povero, ma essenziale vocabolario giapponese, quanto basta a farsi capire.
Ho 24 ore in questa splendida città e devo provare assolutamente quanto più possibile. Un amico di Kanako ha un ristorante di Sushi proprio a pochi metri dal nostro albergo e non ci pensiamo due volte! Dritti verso Kitaro- Sushi restaurant; un bel respiro e si trova spazio anche per il sushi. Ripeto, non amo il pesce ma essere in Giappone e non mangiare sushi è come non mangiare pizza in Italia.
Stranamente sono eccitato dall’idea di provare il sushi di Kitaro, davvero rinomato in questa zona della città. Ed eccoci alle porte del ristorante. Scorgiamo la tenda che riporta l’anagramma con il nome del ristorante ed apriamo la porta scorrevole, davvero tipico giapponese. Rimango sbalordito. Il ristorante è piccolissimo; non ci sono sedie e tavoli ma semplicemente un lungo bancone e sgabelli per i clienti. Posti a sedere circa per 10 persone!
Veniamo accolti dal sorriso e dall’inchino di Yoshito e Fukiko, rispettivamente titolare e moglie. Il ristorante è pieno di giapponesi e vi lascio immaginare lo stupore della gente nel vedere me e il mio amico;
Kanako è una di loro ovviamente. Iniziano le risate da parte di tutti, erano sorpresi di vedere stranieri e Kanako traduceva per noi. Sono davvero divertenti e sono rimasto colpito dalla loro ospitalità ed educazione. Due signori si sono fatti da parte e ci hanno ceduto il posto, andando a sedersi in uno scomodo angolino. Ci adattiamo all’usanza e con un “Arigato” e un inchino ringraziamo. Bene, ci affidiamo ora a Yoshito e il suo Sushi.
Tutto viene preparato davanti ai nostri occhi e la freschezza del pesce è più che garantita.
Ordiniamo 5 pezzi di sushi e sashimi e nell’attesa un simpatico cliente del locale, tra una battuta sull’Italia e l’altra ci offre del buonissimo Sakè. “Kanpai”, Salute!
Il Sushi è pronto e viene elegantemente impiattato, meritandosi più di uno scatto.
Eccoci alla resa dei conti. Clark vs Sushi. Non riesco a nascondere la mia perplessità davanti a questo piatto e i miei pregiudizi si fanno largo nella mia testa. Ho gli occhi di tutti addosso e non posso deludere nessuno. Sudo freddo. Afferro le bacchette come fossero pugnali (risata generale) e impavido procedo all’assaggio. Le papille gustative mi dicono che ce la posso fare e ricambio il sorriso del cuoco, impaziente per una mia approvazione. “Really nice”!
Contento io, contento lui e vado avanti, finendo il mio piatto. Kanako mi vede soddisfatto, è felice e mi chiede: “Ti è piaciuta l’anguilla?”. PANICO. Avevo mangiato l’anguilla e non lo sapevo. Me l’avesse detto prima non l’avrei mangiata, ma mi devo ricredere. Anche l’anguilla è ottima.
Bene, adesso è ora di andare a dormire! Mi aspetta una lunga giornata domani. Vedrò posti nuovi e devo completare la mia lista di “cose da mangiare”. Ci congediamo e scattiamo alcune foto di rito con i proprietari del locale! Sayonara e Arigatooo!
Fatta una bella dormita è ora di zaino in spalla ed esplorazione! Mi dirigo verso il centro città e come mi aspettavo ne rimango affascinato. Strade piene di gente, insegne colorate di ristoranti e negozi, profumo di buon cibo nell’aria.Devo assolutamente provare il famoso Ramen giapponese, ovvero un brodo con noodle e carne, o pesce a seconda dei gusti.
Mentre mi dirigo con la mia compagnia verso uno dei piu famosi ristoranti di Ramen, alla mia sinistra si presenta un invitante carretto che espone delle apparentemente gustose polpette di polpo! Perchè non provare? Buonissime, fritte e bollenti! Tanta era la foga e la fame da non pazientare qualche minuto. Risultato: ustione del palato! Ma sono sopravvissuto. Vi consiglio di aspettare un po’ prima di addentarle perchè sono davvero bollenti.
Comunque, le polpette mi danno l’energia giusta per una camminata di un’ora circa, quando poi la fame prende di nuovo il sopravvento! Si va a mangiare il Ramen finalmente. E’ un piatto molto tipico della cucina giapponese e lo conosco grazie ai manga (fumetti giapponesi) che tuttora leggo. Eccoci qua. Si tratta di un ristorante a due piani.
Per ordinare si va al piano terra dove ci sono dei distributori automatici che in cambio di moneta, prendono il tuo ordine.
Seleziono il mio Ramen, singola o doppia porzione, con carne o pesce e fatto questo, un ascensore mi porta al secondo piano dove vengo accolto da chiassosi e festanti camerieri. Dopo 2 minuti di inchini raggiungo insieme alla mia compagnia il mio tavolo.
Ed eccomi qui sopra felice alle prese con il mio Ramen… vi scrivo da Tokyo!