Voglio fare il cuoco

‘Quando, precisamente, hai capito che volevi fare il cuoco?’ E’ molto frequente questa domanda durante i miei incontri. Alcuni rispondono ricordando la cucina della nonna e della mamma. Altri, invece, provengono da scelte artistiche, tecniche, diverse che li hanno condotti dove sono ora. Altri ancora avevano abbandonato l’idea per poi riprenderla in una seconda vita. Fatto sta che, molti, hanno preso la decisione giusta per il piacere dei nostri palati. Gualtiero Marchesi è convinto che esista il palato assoluto, così come esiste l’orecchio assoluto. Ma questi sono privilegi di pochi. Pochissimi. Uno dei pochissimi è, sicuramente, Riccardo Agostini.

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Claudia, la sua bella moglie, mi ha fatto un grande regalo mandandomi la biografia completa di suo marito. Una storia che merita di essere letta. Un esempio per tutti quelli che: voglio fare il cuoco! Eccola qui.  

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Le montagne del Trentino a breve vedranno Paolo Paciaroni ai fornelli. Il cuoco che si sveglia felice, ricordate?, lascia le sue amate Marche per una nuova, entusiasmante, avventura che vi racconto qui. Di lui aggiungo che, forse, è proprio nato cuoco…

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Il giovane cuoco alla mia destra si chiama Alan Foglieni. Ha fatto la scuola ad Alma. Quindi ben deciso a fare il cuoco. Alla mia sinistra c’è uno degli ‘uomini di sala’ più preparato ed elegante che abbia mai incontrato. Si chiama Oscar Mazzoleni. E’ una mia vecchia conoscenza. Insieme animano la giornata de Al Carroponte a Bergamo. Da non perdere…

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Valeria Leotta voleva fare la cuoca e, forse, non lo sapeva. Nicola Dal Falco introduce il pezzo a lei dedicato, Polpi Murati, così:  Polpi murati non è il titolo di un romanzo di mafia né di un fumetto metal, è il sinonimo di polpi affucati/affogati. Come ci spiega Valeria Leotta i purpiceddi, meglio quelli di scoglio, non vanno affogati, ma cucinati in poca acqua con il coperchio sulla pentola….

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Prendiamoci una pausa con la ricetta che Carlo Nappo ha dedicato ai Trucioli di Gualtiero Marchesi. Che potremmo chiamare Trucioli di mare perché vengono cotti in acqua di mare purificata. Grazie Carlo! Perchè hai deciso di fare il cuoco! 

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E mentre anziani, giovani e meno giovani cuochi che volevano fare i cuochi, riscaldano il cuore appassionato accanto a pentole e fornelli un cronista di cronaca nera, 40 anni fa, cominciò ad aggiudicare faccini neri ed indignati ai ristoratori visitati. Fu l’inizio della critica gastronomica. Il magrissimo cronista di nera si chiamava Edoardo Raspelli.

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Festeggiamenti in grande stile anche per la celebre Pasticceria G. Cova a Milano. Cristina e Andrea Muzzi hanno accolto decine di amici, vip, stampa, in una intera giornata tutta dedicata al ‘vero panetun de Milan’. Ve lo racconto qui. 

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Non volevano fare le cuoche, per fortuna per noi, ma le sarte. Hanno fondato l’associazione Edelvejs (dove si nascondono le iniziali dei loro nomi) per rilanciare l’arte del cucito, del taglio, del ricamo e della maglieria anche attraverso dei corsi a cui, di mese in mese, partecipano un massimo di quattro persone. Di loro ci racconta Nicola Dal Falco qui. 

Vi lascio con una promessa: nella prossima newsletter sarà mia premura scrivervi, nei dettagli, della performance mia e di Marina Malvezzi ai Mondi di Carta. Chi c’era, ad esempio Franco Cazzamali, sa di cosa sto parlando.  Ci sarà anche, sempre nei dettagli, il racconto della Festa del Salumificio Marco D’Oggiono. 

Alla prossima!

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