Hotel Esperia, Lungomare di Alba Adriatica al numero 120. Di fronte c’è la caratteristica pineta che rinfresca la spiaggia assolata di tutta la riviera abruzzese.
Francesco Poliandri è il cuoco e Marisa la sua ‘capa’ nonché consigliera e mentore.
La stagione ha il ritmo segnato da poche ore di sonno e tante ore passate tra forni e fornelli.
Francesco fa addirittura il pane. Molto ‘atipico’ per un Hotel estivo. Che esprime numeri a 3 cifre. 200 persone. Umanità di ogni genere. Dalle famiglie ai gruppi, dalle coppie anziane a quelle giovani. Uniti e affezionati a Francesco che è con Marisa da 9 anni. Squadra vincente non si cambia. Ed a proposito di squadra quella dell’Hotel Esperia è giovane e bella. Entusiasta e sorridente. Professionale con tanta simpatia e familiarità.
Sono stata da loro prima di Ferragosto.
Questo giovane cuoco dal fisico atletico, armonicamente ‘palestrato’, ha cominciato a scrivermi e a conoscermi dopo un corso di cucina all‘Accademia Marchesi. Il Maestro gli ha passato alcuni segreti professionali che ora mette in opera con uno stile tutto suo.
Dopo averla mangiata definirei la cucina di Francesco ‘fisica e atletica come lui’. Materica nel senso più bello di questa parola. Cucina uguale energia pura. Aggressiva e leggera. Gustosa, gaudente e tecnicamente perfetta.
Ho assaggiato ‘i sempre verdi’ fatti a regola d’arte come penne panna e salmone, buonissime e portate a cottura estrema con mano delicata, gli gnocchi di patate fatti a mano con funghi lardo di colonnata e formaggio fuso.
Il fritto di paranza con i fiori di zucchina ripieni.
E non sono riuscita a dire di no ad una ‘brillante’ parmigiana di melanzane.
Mentre i camerieri si muovevano ‘danzanti’, carichi di piatti e di vassoi colmi di leccornie fumanti, fra i tavoli fitti fitti, ho cercato di capire come funziona l’offerta delle vivande. In pratica c’è un menu fisso ogni giorno con un incredibile buffet di antipasti dal vegano al carnivoro verace. Poi a pranzo, a scelta, e anche tutti insieme tre primi, tre secondi (pesce, carne, verdura) ed un buffet di dolci enorme come quello degli antipasti.
A cena, ogni sera, si affronta un tema diverso. Quella sera ci sarebbe stata la tipica cena delle montagne abruzzesi con agnello e pasta alla chitarra.
Una parentisi graffa merita la passione di Francesco per i dolci. Passione che si è concretizzata nel sogno più grande: il corso con il Maestro Iginio Massari. Con la scusa che ogni settimana si deve festeggiare il compleanno, l’anniversario ecc… di un ospite Francesco e brigata sfornano torte fantastiche. Belle da vedere nella loro architettura complessa. Buonissime e sane. Fatte con grandi materie prime. Da discepolo fedele, Francesco segue il dictat dei suoi maestri Marchesi e Massari: semplicità, linearità e materia prima, la migliore che si può trovare. La cucina è salute dice Gualtiero.
Avete capito che sono stata molto bene. Coccolata con le coccole riservate a tutti gli ospiti. Così mi è venuta una nostalgica voglia di fermarmi qualche giorno. Ma, ahimé e per fortuna loro, è tutto pieno fino a fine mese ed anche oltre. A settembre qui è una meraviglia. Guardo il menu… mi chiama come Gualtiero: Latina… bello no?
Sto per salutare e riprendere il mio viaggio quando una musica inconfondibile intona ‘tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Carla, tanti auguri a te…’ e una torta gigante arriva sulla mia tavola con tanto di candelina accesa. Tutti applaudono. Sorpresa, sorrido, mi commuovo quasi, ringrazio e soffio. Una, due, tre volte! Poi assaggio questa compattezza leggera fatta da mani innamorate che cercano la perfezione. Si chiama Torta Tiramisu.
Chissà se il prossimo anno mi riservano una camera per qualche giorno? Mi piacerebbe una serata Marchesi, una Massari ed una Poliandri in purezza. Poi voglio assaggiare gli spaghetti freddi cacio e pepe, un altro ‘sempre verde’ del Maestro interpretato da Francesco. Per più di 200 persone? Una sfida.