Domenica 23 Ottobre, piove a dirotto per tutto il viaggio da Osimo a Caiazzo. Io e Carlo passiamo a prendere Paola, l’amica d’infanzia di Ilde, a Tiburtina a Roma. Da Roma a Caiazzo la pioggia viene giù a secchiate e rallenta la nostra tabella di marcia.
Dobbiamo essere da Pepe in Grani alle 12. Lì ci sono, già da sabato, Ilde con la sorella Simona, Marco Bargnesi, il nostro fotografo preferito, Sofia e Mirco, amici affettuosi.
Poi c’è Franco Pepe, i suoi ragazzi, il suo forno magico e le sue farine che lo sono ancora di più.
Uno staff molto intelligente. Colgo l’occasione per fare i miei sinceri complimenti.
Proviamo a raggiungere il centro aggirando i divieti. Ci incastriamo con la macchina in una curva che più a gomito di così sarebbe una linea retta. Intanto ci chiamano e ci guidano.
La pioggia si è posizionata sul pavé e non se ne va.
Scendiamo con grandi ombrelli protettivi e Marco fotografa e fotografa.
Mi piace essere corteggiata dalla sua macchina da presa. Seguita dal prolungamento del suo occhio.
Ilde ci aspetta sulla porta insieme a Simona. La principessa è rilassata e profuma di Stelle di Ghiaccio.
La pizza ‘misteriosa’ che Franco ha creato per lei si ispira a questo profumo unico, che dà dipendenza, come le pizze di Franco.
Sofia va a scuola di pizza. Impasta con Franco. Una danza quasi sensuale. Che emana il profumo più intenso del mondo. Quello del grano, della farina, dei lieviti buoni.
La pizza di Franco Pepe, se non l’avete ancora assaggiata e se così fosse dovete subito rimediare, è elastica, leggera, finita di lievitare fino in fondo, cotta pochi minuti e farcita dopo un po’.
Le farce sono la storia del territorio. Di queste colline del casertano. Ci sono i pomodori San Marzano, quelli veri, la bufula stirata e scolata dall’acqua che non bagna l’impasto ma lo rende ancora più elastico.
La pizza di Franco si mangia con le mani. Uno spicchio va perfettamente in mano leggermente piegato.
Ma ora largo alla ‘misteriosa’ che rimarrà tale. Non ci è dato di sapere quante e quali sono le erbe e i sapori che la compongono.
Sappiamo solo che c’è la mozzarella di bufala e intravediamo una viola. Quella è inconfondibile.
Davanti al forno aspettiamo che esca, che i ragazzi di Franco la taglino. Mangiamo tutti contemporaneamente mentre la folla,
la solita folla che fa la fila per mangiare la pizza di Franco, si ‘spalma’ sotto la pioggia e lungo il vicolo.
Ogni boccone della ‘misteriosa’ ha un sapore diverso. Dire quale sia il migliore è impossibile. E’ come quando indossi un profumo di Ilde. Ogni tuo movimento ha un profumo diverso. Così è Stelle di Ghiaccio. Ispirato alle emozioni che può dare un grande champagne.
Ci fotografiamo a vicenda e brindiamo con una fantastica malvasia. Momenti da ricordare.
Lo staff di Franco è affiatato, simpatico. Molto professionale. Mi sono già complimentata con loro qualche riga più su.
I ragazzi passano fra i tavoli e fra le persone con i taglieri carichi di spicchi di pizza. Sembrano sui pattini. Salgono e scendono ripide scale.
Che saliamo anche noi. All’ultimo piano ci sono anche due camere molto belle.
Illuminate dai lucernari in alto. La pioggia ha lasciato che il sole sia protagonista.
Ci scalda e ci regala una luce unica.
Dopo la ‘misteriosa’ Franco ci fa vivere una grande esperienza con altri spicchi golosi. Assaggiamo scarpetta, sensazione di costiera, la finta margherita.
Ilde riprende tutti con la sua nuova cinepresa da viaggio. Chiede ad ognuno di noi di raccontarla.
E la raccontiamo. Ognuno a modo nostro. Con affetto e ironia.
Paola la ricorda all’entrata della scuola quando si faceva sempre venire uno strategico mal di stomaco, unito ad un forte mal di testa…
Io ribadisco quanto la ‘misteriosa’ assomigli a lei. Proprio a lei. A Ilde.
Da notare il nostro ‘centro tavola’ che non è nel centro.
Al centro del tavolo c’è un oblò che guarda sotto, dentro il forno.
In onore di Ilde il cappello è in feltro ed è vero.
Così come i fiori. Che ci portiamo a casa. Le gerbere sono ancora fresche sul mio pianoforte.
La condivisione mistica che Ilde ha con Franco, con i suoi ricordi di bambino che raccoglie la camomilla per la mamma, sono momenti che colgo come unici.
La passeggiata insieme nell’orto delle erbe. Accessibile solo a pochi intimi fortunati.
Approfondiscono emozioni, loro due Ilde e Franco, dividendo un mandarancio come due fanciulli.
La giornata dedicata a Ilde e Franco si conclude con una torta di noci e nocello che mangiamo in una delle terrazze.
Ci abbracciamo e ripartiamo felici. Mi rimane solo il rimpianto di non aver assaggiato il calzone con la scarola e le olive.
Ci ha pensato Mirco per me la sera prima.
Sarà la scusa giusta per tornare da Franco. Dove andate a mangiare la pizza stasera?
A Caiazzo, of course.
Ed a menu ci sarà sempre la ‘misteriosa’ per Ilde e Stelle di Ghiaccio.
Le foto sono di Marco Bargnesi che ringrazio.