VinNatur, Roma 2016.

Il mondo del vino è in continua evoluzione così come le diverse componenti che gravitano al suo interno. Una di queste è rappresentata da una realtà oggi di gran moda, i vini naturali.
Il movimento del vino naturale nasce in Francia negli anni ’70, precisamente nella regione del Beaujolais ispirato dalla filosofia di Jules Chauvet, enologo e viticoltore da quattro generazioni, chimico ed esperto di microbiologia delle fermentazioni alcoliche; tecnico e imprenditore dunque, il quale sosteneva che solo le fermentazioni spontanee, senza l’ausilio di componenti chimiche potessero esaltare il vitigno, il terroir e non per ultimo la mano del produttore.
Secondo Chauvet, infatti, l’utilizzo della chimica in vigna e in cantina provocava l’appiattimento dei vini.

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Tra i figli di tale concezione enologica si annovera VinNatur, Associazione viticoltori naturali, nata nel 2006 grazie ad Angiolino Mauele, proprietario dell’Azienda La Biancara e Fondatore e Presidente della suddetta Associazione, nella quale sono riuniti vignaioli di tutto il mondo, che traggono una forte ispirazione nell’etica ecologica e che vogliono difendere l’integrità del proprio territorio, rispettandone la storia, la cultura e l’arte che sono state loro tramandate nel tempo.
“Produrre vino in maniera naturale significa agire nel pieno rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali, limitando attraverso la sperimentazione, l’utilizzo di agenti invasivi e tossici di natura chimica e tecnologica in genere, dapprima in vigna e successivamente in cantina”, questo il credo che accomuna tutte le aziende aderenti a VinNatur.

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Il mondo dei produttori dei vini naturali è un mondo fatto di follia, di imprenditori che seguono un credo, anche in barba alle leggi dell’economia, tralasciando la mission di un’impresa classica, ovvero del profitto ad ogni costo.
I vignaioli naturali sono degli artisti, a volte geniali; mi verrebbe da dire che, per certi versi, sono anche degli educatori di appassionati e promotori di un principio che è quello del rispetto della natura e della non conformità.
Coloro che perseguono questa strada, infatti, sono persone che poco badano al denaro, le aziende sono spessissimo medio piccole e proprio in virtù della loro filosofia sono a volte costrette a rinunciare parzialmente o addirittura completamente alla produzione, a causa delle avversità climatiche o patogene che possono colpire la vite.

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Non sempre è facile, tuttavia, trovare vini naturali che siano fatti bene da un punto di vista tecnico, anche se i metodi produttivi si stanno affinando e sempre più spesso si trovano dei grandi prodotti; inoltre, le aziende che si stanno convertendo al BIO sono in continua crescita e tra queste ci sono anche colossi (per quantità e fatturato) della viticoltura italiana e non.
Da neofita del settore non discrimino il vino sulla base di un disciplinare considerato più o meno etico rispetto ad un altro, per quanto mi riguarda la cosa più importante è l’ emozione che un vino trasmette,  perché un vino deve essere capace di emozionare al di là della menzione che porta in etichetta.

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Resto affascinato dalla filosofia, dal coraggio e dal credo che professano i produttori, riconoscendo l’originalità dei loro vini; è una filosofia di produzione che dovrebbe essere supportata e promossa con sempre maggior convinzione, quale movimento culturale e non solo enologico, da manifestazioni come VinNatur, che, alla sua prima esperienza romana, ha avuto un’ottima affluenza di pubblico, suscitando grande interesse. La presenza di 78 aziende, provenienti da 13 regioni italiane e da Francia, Spagna  e Slovenia hanno garantito una vasta quantità di proposte vinicole.
Una ambientazione più che indovinata, all’interno dell’Ex Cartiera Latina situata nel suggestivo parco dell’Appia Antica, ha fatto il resto.
Arrivederci al prossimo anno!

   Antonio Stanzione