Andrea Giuseppucci è uno dei pilastri creativi della cucina marchigiana. Eclettico ricercatore di ingredienti e di abbinamenti coraggiosi. La sua Gattabuia a Tolentino era un riferimento per tutti i gourmet locali e di passaggio. Scrivo era e immaginate subito perché. La Gattabuia c’è ancora ma il terremoto maledetto la resa inagibile. Avevo sentito Andrea subito dopo e potete capire in che condizioni era il suo animo ferito.

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Ci ha messo molto poco a guardarsi intorno e a fare una scelta professionale dal duplice scopo.
Ricominciare a lavorare perché è impossibile non farlo, comunicare le Marche i suoi prodotti e i sentimenti dei suoi abitanti attraverso la cucina. Da Eataly Firenze, nel ristorante di Andrea, potete mangiare le ricette della tradizione, dallo stoccafisso all’anconitana ai vincisgrassi, dalle olive ascolane al ciauscolo, dai tagliolini al tartufo agli spaghetti con i moscioli. Ma, ci tiene a precisare Giuseppucci, tutte proposte con il suo inconfondibile stile che mette sempre in primo piano un ingrediente, il principale, su tutti. Scrivo questo perché Andrea alla Gattabuia non ha mai fatto cucina tradizionale. Quella preferiva andare a mangiarla dai suoi colleghi vicini. Quindi è passato, per il momento, dalla ricerca alla tradizione. Ma non è detto che nella tradizione non si possa fare ricerca. Andrea lo dimostra tutti giorni a Firenze ringraziando Eataly di dargli questa importante opportunità. Mi dice, senza nascondere emozione e dolore, che il terremoto gli ha dato un’opportunità e la colta al volo.

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Con lui c’è tutto lo staff della Gattabuia e i suoi soci di sempre Marco e Leonardo Maccari.
Il bello è anche che ha carta bianca sulla scelta dei fornitori che provengono tutti dalle Marche.
La sua missione ‘vi racconto le mie Marche’ sarà itinerante. Dopo Firenze lo aspetta Eataly Torino. Dopo Torino sarà la volta di Milano. I menu che portano la sua firma saranno stagionali. Quindi non aspettatevi di trovare gli stessi piatti. Aspettatevi invece una ‘tradizione ricercata’.

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Alleggerita e raffinata.
Nel frattempo pensa al suo futuro.  “Nasco e muoio nella mia cucina. E devo tornare a fare quella. Devo tornare a mettermi in discussione tutti i giorni. Con l’ansia di fare sempre meglio. Di non essere mai arrivato. Mi sento bene quando mi sento così. Quando un ingrediente nuovo, un prodotto, mi fa stare sveglio la notte a pensare. Ora vado, i miei tagliolini con il tartufo di Acqualagna mi aspettano.”