di Nicola Dal Falco.

Lucca – Per gli strani giri del destino, quindici anni fa, sono venuto a vivere a Lucca e, prima ancora a Monsagrati Alto dove è nata Santa Zita. Una  chiesetta sul ciglio della strada, in Val Freddana e una cappella di proporzioni cardinalizie nella chiesa di San Frediano onorano il ricordo e il corpo incorrotto della piccola santa, umile e tenace patrona delle domestiche.
Vissuta nel Duecento, figlia di Giovanni e Bonissima, compare indirettamente nella Divina Commedia (canto XXI dell’Inferno) quando Dante, riferendosi a un magistrato, Martino Bottario, posto tra i barattieri, i politici corrotti che scontano la propria colpa immersi nella pece bollente, usa la perifrasi: anzian di Santa Zita, insomma, lucchese, lucchese.
Lei, Zita, un nome che sta per citta, giovanetta, adolescente, e per estensione vergine, lavora già a dodici anni nella casa della famiglia Fatinelli. Ha un cuore grande e quando può allevia con il superfluo dei suoi padroni le dure, immediate necessità dei poveri del quartiere.
La cronaca di uno dei suoi miracoli più semplici e belli, così medievali per grazia e concretezza, racconta che fu sorpresa con il grembiule ripiegato, pieno di avanzi di cucina. Alla richiesta di mostrare cosa avesse, lo aprì e al posto della “refurtiva” in terra caddero dei
Durante la festa che, ogni 27 aprile, si svolge a Monsagrati Alto, sono i narcisi, fioriti  lungo i fossi e sotto gli ulivi, a profumare il ricordo dello straordinario fatto.

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Caffè biscotteria Santa Zita

Bisogna ricordarsi dei narcisi, dei fiori caduti all’improvviso dal grembiule, per raccontare un’altra storia, sempre lucchese, quella di Michele Tambellini, ex portiere della squadra di calcio cittadina, nato in campagna, a Sant’Alessio, sulla riva destra del Serchio, divenuto nel frattempo imprenditore, aprendo una serie di locali, una trattoria, una pizzeria, un caffè insieme agli ex soci Nino e Natale e ora un caffè elegantemente demodé, proprio in piazza San Frediano dove più aleggia la presenza di Santa
L’ultimo progetto, dopo la trattoria da Gigi, la pizzeria al taglio Pomodori e la parentesi del caffè Pult, battezzato con il nome della famiglia d’origini svizzere che lo aveva avuto a lungo (un nome che prima non c’era, ma che veniva utilizzato comunemente dai lucchesi per indicare quel caffè lì)  ruota attorno ai biscotti e alla passione per le riviste di architettura.

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«Mi sono sempre chiesto  – racconta Tambellini – perché mai nessuno avesse utilizzato come marchio il nome della santa. Alla fine, ci ho pensato io, dietro incoraggiamento del fotografo Mimmo Alcide, appoggiandomi allo studio di comunicazione Lindbergh, con l’intenzione di fare qualcosa di diverso. Qualcosa che riunisse, in una delle piazze più belle, un po’ o molto del sapore della città. Perciò è nato il Caffè Santa Zita Biscotteria in Lucca.
«Vengo da una famiglia in cui le virtù culinarie della nonna si misuravano quotidianamente con piatti, dalle lasagne al coniglio fritto, che oggi si limitano ai pranzi domenicali. Per noi, allora, era normale. La nonna faceva bene pure i biscotti. La curiosità per la cucina mi è rimasta e con quella anche un debole per quest’ultimi.
«Il nuovo caffè – continua Tambellini – è prima di tutto una biscotteria. Il primo miracolo di Santa Zita, così lo abbiamo chiamato, si ispira alla torta lucchese più nota, la torta con gli erbi, ovvero le bietole».
La semplicità iniziale, ma potremmo anche dire, la povertà di partenza, si è concentrata e sublimata in un biscotto delicato, ma per nulla vezzoso, dall’aria ancora rustica, che assaggi volentieri insieme a un tè, a un caffè, ma anche a un vino, un liquore o un cocktail.
E, qui, misteriosamente, entrano in gioco le riviste di arredamento di cui Tambellini è un soddisfatto lettore.

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«Una sera – continua – riflettevo sul fatto che le imprese si rivolgono a grandi autori per realizzare quella sedia o quel lume. Perché non seguire lo stesso approccio nella realizzazione di una linea di cocktail o di biscotti?
«Ed è così che ho chiesto al primo barman della città, Mauro Picchi, di realizzare lo spirito della casa, lo Zitino – uno spritz indigeno che al posto dell’Aperol usa la famosa Biadina, il liquore d’erbe ideato da Vincenzo Nardini detto Tista e invece del prosecco le bollicine della Tenuta del Buonamico. Contemporaneamente, ho coinvolto Sandra Bianchi, uno dei più bravi pasticceri italiani, nel mettere a punto il primo miracolo. Un biscotto a base di erbi, pasta frolla e aromi».

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Prossimi miracoli

I prossimi miracoli, il numero 2 e il numero 3, seguiranno lo stesso approccio . Saranno ancora due biscotti, il primo, ispirato ai necci e affidato a Damiano Donati, cuoco del ristorante Punto Officina del Gusto e il secondo, un omaggio al sigaro toscano, che si fabbricava dentro le mura di Lucca, a Cristiano Tomei del ristorante L’imbuto, due delle migliori tavole lucchesi.
È chiaro che l’intento di Michele Tambellini sia quello di tessere una rete di talenti che emergano dal contesto cittadino per sorprendere i propri clienti e per sottolineare, nel campo della ristorazione, la forza di certe iniziative e di certi caratteri, vivi malgrado l’accidia e la supponenza che spesso avvolge le piccole città d’arte.
Si diceva delle riviste d’arredamento e Tambellini si è cimentato anche nella progettazione del locale in piazza San Frediano, realizzato in collaborazione con la falegnameria paterna. Le dimensioni ridotte hanno, alla fine, accentuato l’immagine di salottino, foderato in legno verde con modanature dorate, dove lo spazio fuori compensa i pochi tavolini di marmo interni.
Scintillante come i lampadari di cristallo, il caffè biscotteria ricorda un po’ un interno francese tra Secondo Impero e fine Ottocento.
Nella città del silenzio, dove la notte conti i passi delle persone per strada e puoi addirittura seguirne i discorsi come accadeva al sultano delle Mille e una notte, un locale del genere rappresenta un approdo tranquillo, un posto dove andare a bersi, dopo cena, la tisana o un liquorino.
Riti lenti, fasti borghesi, molto, molto garbati.

Caffè Santa Zita
Biscotteria in Lucca
piazza S. Frediano, 4,
55100 – Lucca
tel: 0583. 080155
orario: 8-23
info@imiracolidisantazita.com