La prima edizione dopo la cinquantesima, così amano definirla gli organizzatori, coincide con il mio primo VinItaly da sommelier.
Vi racconto, quindi, la mia personale esperienza in Fiera e fuori.
Per me la manifestazione inizia il sabato sera all’Enoteca 07 di Verona con la presentazione dello spumante Metodo Classico di Fongaro, ottenuto da uve Durello.
La serata è di quelle strepitose, non a caso è presentata dall’amico fraterno Alessandro Scorsone. Non mancano personaggi di spicco del vino italiano, quale il Marchese Antinori, un nobile vero per signorilità e gentilezza che ha fatto la storia del vino in Italia e non solo.
Alle 09:15 del 09 Aprile 2017 ha inizio la kermesse più importante d’Italia e certamente tra le prime a livello mondiale.
Il primo giorno è un mare di folla, persone giunte anche da molto lontano pur di non perdersi quello che ormai da oltre mezzo secolo è uno degli eventi di maggiore interesse per il mondo del vino.
Si parte con una cantina a me cara per le emozioni che ha saputo trasmettermi con le sue diverse espressioni di Pinot Nero, il “Conte Vistarino”, di cui vi parlerò prossimamente.
La domenica scorre via veloce, sembra di essere ad un GP di Formula 1, si susseguono le presentazioni ed i lanci delle nuove linee di diverse aziende, a partire da Bortolomiol che ha fatto la storia del Prosecco, ma che quest’anno, oltre al vino, ha presentato anche una custodia che grazie al suo particolare design diventa una elegante lampada a LED.
Concludo nel padiglione 8, Calabria, dove la vulcanica proprietaria dell’azienda Pacelli, colpisce per simpatia ma anche e soprattutto perché fa un prodotto che non t’aspetti; oltre a coltivare Risling, lo spumantizza con risultati clamorosi. Chapeau!
Il secondo giorno prosegue sulla falsa riga del primo, a cominciare dalle emozioni donateci dai produttori veneti di Soave e passando per quella splendida terra che è l‘IRPINIA.
E poi ci si posta al padiglione Sicilia per degli assaggi straordinari, ascoltando storie di vino entusiasmanti: non posso non menzionare Baglio del Cristo di Campobello e la sorpresa assoluta, Palmento Costanzo, azienda che produce i sui vini eroici in un posto molto difficile, l’Etna.
La giornata è ancora lunga e quindi si corre alla presentazione dell’Amarone Classico 2013 di Zenato.
La corsa procede verso il padiglione delle Marche per un saluto agli amici di Monteccappone, che sanno sempre stupire con il loro Verdicchio e concludo con un brindisi presso uno degli stand più sobri e di classe della Fiera, così come i loro prodotti, Villa Parens.
Giunto ormai al giro boa, il martedì riserva ancora tante emozioni, dalla scoperta, per quanto mi riguarda, di Masut da Rive, ai meravigliosi Champagne Mandois, senza dimenticare l’istrionico e casinista Antonio Cascarano ed il suo Camerlengo;
Pausa pranzo stellare con Rosanna Marziale tra Mozzarelle di Bufala e Prosecco DOC e ancora nuove rivelazioni, dal Cuore pulsante dell’Emilia Romagna e di Enio Ottaviani, dove ho il piacere di incontrare Ilde Soliani, al Brunello di Montalcino Altesino.
Sono ormai quasi le 18, via di corsa dalla fiera, la serata veronese ospita un evento cui non si può mancare ovvero la presentazione della nuova Cuvèe di Laurent-Perrier, guidata da Alessandro Scorsone, occasione più unica che rara, come la festa che segue.
Ultimo giro del GP, l’ansia sale, controllo l’agenda per vedere se sono arrivato almeno alla metà di tutti gli obbiettivi prefissati e mi accorgo che manca ancora qualcosa, ma se accelero ce la posso fare; pit stop obbligato e piacevole allo stand di Vini Buoni d’Italia del Touring Club, dove ho il piacere di incontrare e conoscere Mario Busso patron della Guida Vini Buoni d’Italia con la quale ho l’onore di collaborare.
Ancora qualche assaggio sparso prima dell’evento organizzato da Riccardo Cotarella in collaborazione con VinItaly, il Wine Research Team, al termine del quale ci si dirige al Collio friulano e da Edi Keber, storico trascinatore dei vignaioli indipendenti di questo lembo di terra.
Ci avviamo alla chiusura, siamo ormai al fotofinish ed incontriamo un personaggio del quale non si può non parlare, Vittorio Moretti, proprietario e fondatore di Bellavista, con il quale ho l’onore di degustare il “Bellavista Vittorio Moretti 2008”.
La bandiera a scacchi si avvicina, ancora un brindisi di chiusura e poi sempre di corsa, dove? Ovvio, “Elegantemente Villa Parens, essenzialmente Puiatti”.
Arrivederci al prossimo GP “VinItaly 2018”.