Impossibile parlare di Oltrepò Pavese senza parlare di Pinot Nero e risulterebbe altrettanto strano parlare di Pinot Nero senza citare “Conte Vistarino”.
Un’azienda da sempre all’avanguardia, pronta a continue sperimentazioni; basti pensare che questo vitigno, diventato ormai il simbolo dell’Oltrepò Pavese, è stato introdotto in quest’area proprio da Augusto Giorgi di Vistarino nella metà del 1800.
Nel 1865 il Conte Vistarino e l’amico Carlo Gancia producono il primo spumante secco, metodo classico, divenuto oggi, in ricordo di quella collaborazione, lo spumante di punta dell’azienda con il nome “1865”.
Successivamente si continuano a produrre vini base per spumanti di alta qualità, ma in realtà il marchio Conte Vistarino non ha ancora visto l’alba; solo all’inizio degli anni 2000, Ottavia Giorgi di Vistarino decide di rivoluzionare l’azienda, trasformandola da leader nella produzione e nella vendita di vini sfusi all’essere viticoltore a marchio proprio.
Ottavia con carisma e determinazione decide di puntare sul Pinot Nero, di cui dice “una varietà che si caratterizza nel bicchiere per essere elegante ed enigmatica”, certa di poter ottenere grandi risultati.
Come darLe torto?
Ha così inizio la trasformazione della Tenuta Rocca de’ Giorgi che occupa ben il 95% della superficie dell’omonimo comune; la proprietà conta 826 ettari di cui 200 a vigneto, 120 dei quali coltivati a Pinot Nero.
Al centro della stessa proprietà sorge Villa Fornace, circondata da ben 45 insediamenti rurali.
Da sempre affascinata dalla Borgogna e dal quel vitigno così difficile da governare, Ottavia, decide di aumentarne la produzione; dapprima con un’attenta zonazione dell’area e poi, una volta individuate le particelle più vocate, procede con la messa a dimora di nuovi ettari coltivati con delle barbatelle selezionate, fatte arrivare direttamente dalla Francia con delle precise caratteristiche, ovvero bassa produzione, grappolo e acino piccolo, a grande potenziale aromatico. I nuovi impianti hanno una densità minima di 5000 ceppi/ha.
L’innovazione non si riscontra solo nella produzione e nella coltivazione ma anche nella ristrutturazione, non ancora terminata, degli edifici di famiglia, al fine di renderli funzionali all’azienda e aperti ai visitatori.
Il progetto ha previsto ed ultimato la costruzione di una nuova cantina per la vinificazione completamente a caduta.
Dal 2013 “Conte Vistarino” si avvale della collaborazione dell’enologo Beppe Caviola ed è proprio nello stesso anno che al già noto Cru di Pinot Nero, Pernice, se ne affiancano altri due: Bertone e Tavernetto.
Diamo un’occhiata ora più da vicino a questi tre vini, che indubbiamente affondano le proprie radici nella personalità e nel carattere di Ottavia Giorgi di Vistarino.
Il primo, Pernice, è il più diretto, verticale, pronto e sfacciato dei fratelli; dal colore rubino e con un bouquet olfattivo di tutto rispetto che spazia dalle note floreali a quelle fruttate, restando però legato al territorio e a quella mineralità scura tipica dell’Oltrepò; l’ottima freschezza e la buona sapidità lo rendono particolarmente godibile ed apprezzabile.
Il secondo, Bertone, dal colore rubino e dal naso subito accattivante; in primo piano troviamo dei frutti rossi maturi seguiti subito da fiori appassiti, speziatura, mineralità e tostatura ne arricchiscono il bouquet. Al palato è morbido, fresco, sapido e di ottima bevibilità con un tannino gestito in maniera eccellente.
Il terzo, Tavernetto, è il più timido dei tre: al contrario del primo lo definirei orizzontale, anch’esso dal colore rubino, ad una prima e poco attenta olfazione potrebbe risultare leggermente scarico, ma niente paura, basta attendere pochi istanti ed eccolo venir fuori in tutta la sua nobiltà. E’ fruttato, floreale, con una nota ferrosa importante e dei ritorni di tabacco e cacao dolce che ne completano l’ampio bouquet. Il sorso è molto fresco, sapido e di grande equilibrio e bevibilità.
Tutte e tre le espressioni sono sì diverse tra loro ma sono accomunate da nobiltà e longevità.