Quando ci si incontra per un pranzo di lavoro, soprattutto se si è a Milano, si contano anche gli attimi e il tempo che passa per concludere o impostare un business.
Il tempo è denaro, lo diceva anche zio Paperone, e Giorgio Bacagias, che mi ricorda il celebre personaggio di Walt Disney, non è certo uno che il tempo lo perde.
Per due chiacchiere d’affari mi porta da Desinolento in via Turati.
Domenico della Salandra è il bel ragazzo che vedete in home e qui sotto.
Sorriso aperto del sud Italia e la Puglia nel cuore.

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Cominciamo a mangiare con il tipico ritmo di chi fra un minuto deve scappare via.
Ma la bufala sulle cime di rape sta stimolando i miei ricordi.

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Tiepide e tenere le cimette, fresca e corposa la bufala.

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E’ il carciofo con la mozzarella che mi fa dire a Giorgio: “Ma è bravo questo ragazzo. Senti che cottura perfetta e che buono questo carciofo.” “Cosa pensavi che per un pranzo veloce di portavo in un posto che non merita la tappa?” Giorgio è così. Prendere o lasciare. “Peccato che non gli hanno ancora consegnato il mio zafferano così assaggiavi come lo lavora.” Penso fra me e me: immagino benissimo.

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Così distraggo la mente dal business, solo una parte però, e mi concentro sui piatti di Domenico che hanno bisogno di attenzione. Perché sembrano semplici ma non lo sono. Tutto è curato perché un boccone ti faccia venire voglia di farne un altro. Come il salmone con limone candito e burrata.
Che dire? Adoro gli abbinamenti pesce e formaggio.

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Lui, qui sopra, sembra un semplice polpo con patate e olive taggiasche. Nella sua banalità di piatto ormai visto e rivisto il polpo di Domenico ha un tocco di classe che non sfugge ai palati intelligenti.
Le olive sono sminuzzate in piccoli pezzi e nascoste furbette fra le patate. Da copiare!
Grazie Giorgio Bacagias, zio Paperone dei gourmet.
Perché ogni cuoco che incontri diventa d’oro, come il tuo zafferano ellenico di eccellente bontà. Caro Domenico della Salandra torno a cena, con calma, anche con zio Paperone basta che non parla di lavoro!