Erano anni che la nostra Daniela Nipoti sognava di fare questo viaggio.
Può un’astrologa non andare almeno una volta in Egitto?
La Dea leonessa Sekhmet la stava aspettando.
Foto, parole, cibi e profumi sono i doni che mi ha portato insieme alla sua Lisa.
Che regalo a voi. Buona lettura!

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Tra una piramide e una sfinge resto felicemente sorpresa dalla cura con la quale il cibo viene preparato, sia che si tratti dell’hotel internazionale che della trattoria di basso livello.

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 In Egitto, con le piene del grande Nilo e il suo limo che rende fertile la terra, è un tripudio di frutta e verdure, che servono crude, cotte, in umido.

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In quanto a frutta si gustano delle piccole banane, saporitissime, che abbondano ovunque, datteri freschi (anche se non è stagione), arance, meloni verdi, fragole, pompelmi succosi e guava, guava, guava, con tanti semi come il kiwi, ma con un sapore diverso e delizioso.

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Fra le verdure, mi ha sorpreso l’okra, sontuosa in umido con il pomodoro e un pizzico di peperoncino. Non è una cucina piccante.

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Salse di sesamo in abbondanza, carne succosa e saporita, il pane arabo che ricorda la nostra piadina anche se più morbido, naturalmente riso per accompagnare.

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Ho visto in giro della pasta scotta come quasi sempre all’estero.

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Peperoni piccanti e dolci, falafel, polpette di sesamo, pollo, manzo e ovini, ovviamente, niente maiale.

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Dolci e dolcetti si assomigliano un po’ tutti. a base di pasta, mandorle, miele in quantità.

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Per finire l’immagine di Sekhmet, la dea leonessa, che mi ha protetto da eventuali maledizioni di Tutankamon…

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