Ancona 15 Aprile, Domenica.
Il Sindaco della città, Valeria Mancinelli, riceve da Gianni Santilli, presidente del Circolo Culturale Accademia del vivere divino il gagliardetto d’ordinanza fra gli applausi e i sorrisi dei 72 accademici intervenuti. Siamo a Posatora nel salone parrocchiale del centro Papa Giovanni.
Dove, ogni giorno, si alternano brillanti iniziative sociali.
Sono vissuta ad Ancona, gli anconetani preferiscono dire ‘in’ Ancona, per circa 20 anni ma, come spesso succede, alcune zone le conosco poco. La vista da Posatora sul porto è un gran bel vedere. Peccato la pioggia che mi ha impedito di fare foto decenti. Ve le risparmio e vi porto con me nel cuore di questa bella festa. Cominciata alle 9 e 15 della mattina e conclusasi con caffè e ammazzacaffè verso le 17. I nostri amici accademici hanno visitato un’Ancona storica e poco nota ai più.
E la signora Mancinelli, insieme al nostro gancio Raffaele Bontempi, sono stati dei perfetti ciceroni.
Eccolo qui sopra Raffaele anche lui con Gianni e gagliardetto. Applausi sonori per lui e per la sua performance alla Master Chef . Tutti i piatti che fra poco vi racconterò sono stati inventati e preparati dalle sue mani nella grandissima cucina del centro attrezzata per grandi numeri.
Camerieri d’eccezione, devo dire impeccabili, alcuni volontari dell’Accademia.
Fra i convitati e non fra i camerieri, potete notare mio marito Carlo in ottima compagnia. Gli accademici hanno 4 caratteristiche in comune: la voglia di divertirsi, di mangiare bene, di bere meglio e di conoscere. E’ facile stimolarli. Sono colti, attenti, precisi e, fatemelo scrivere, molto simpatici.
Sopra l’ala sinistra del tavolo a ferro di cavallo e sotto l’ala destra.
Non lasciatevi ingannare da piatti e bicchieri di plastica. Il livello del menu e la scelta dei vini sono stati eccellenti. Ed io, modestamente, ci capisco qualcosa. Lo scopo di questa festa/riunione, oltre che benefico ovviamente, è quello di assaggiare, finalmente, il tanto raccontato stoccafisso all’anconitana di Raffaele Bontempi.
Il pranzo comincia così. Con una ottima zuppetta di lenticchie e cozze. Classica delle nostre coste adriatiche che amano, sin dall’antichità, questi golosi e necessari, allora, abbinamenti mare e terra. Seguono delle palline di baccalà mantecato su crema di asparagi, buonissime e tonno appena scottato con semi di sesamo. Cottura perfetta.
Non sono stata una brava fotografa e due antipasti su tre li ho mancati. Ma questi schiaffoni li stavo proprio aspettando! Giungono in tavola su grandi fiamminghe come nei pranzi della Domenica di una volta. Sono ricchi di sugo che profuma di stoccafisso. Ma il Re stoccafisso non c’è. Scelta intelligente e azzeccata che ho apprezzato. In questo modo abbiamo potuto sentire il sapore intenso della pasta. Che è la mia. Of course! Vedo le fiamminghe vuote e leggere prendere la strada della cucina per ritornare piene e odorose. Controllo Carlo. Credo sia al terzo piatto. Sono piatti piccoli però…
Ed eccolo qua Re stoccafisso. L’annuale partecipazione a Stoccafissando con Gilberto Graziosi ha allenato le mie papille. Lo stoccafisso di Raffaele è tenero, scaglioso, sapido e non salato, condito al punto giusto quindi non unto, bene aromatizzato da erbette e spezie. Una parentesi ‘graffa’ va aperta per le patate. Intatte, morbide e saporite. Un vero e proprio virtuosismo culinario.
A sorpresa, molto gradita direi, arrivano altre fiamminghe colorate. L’impiattamento è originale. Una riga di finocchi, una di radicchio, una di carote, una di tenera lattuga, una di rucola. Condita con la delicatezza nascosta nelle mani di Raffaele. Ognuno sceglie quello che vuole. Io mescolo tutto.
Abbiamo bevuto bolle marchigiane e verdicchio. Di grandi e piccoli produttori. A conferma che non sono stata molto attenta, troppo presa a parlare con le mie vicine di ogni argomento possibile (il bello degli accademici è proprio questo) non ho fotografato il tiramisù che ha chiuso le danze. Era in linea con tutto il pranzo. Quindi a regola d’arte. E con i savoiardi.
La signora Mancinelli scherza con l’inconfondibile dialetto anconetano e ci dice che: “Ancona è bella un bel po’! E da Settembre sarà ancora più bella. Dovete venire e vedere. Adesso devo lasciarvi. Ho la fortuna di avere una mamma ultranovantenne ed oggi pomeriggio tocca a me stare con lei.”
Ci vediamo a Settembre! Il vulcanico presidente Gianni Santilli starà già organizzando. Non ho dubbi.