Si è da poco conclusa la cinquantaduesima edizione della fiera enoica più importante d’Italia e tra le prime a livello mondiale; come di consuetudine, ormai, per me la manifestazione parte il sabato sera con quello che negli anni è diventato un vero e proprio appuntamento cult per gli amanti del settore, ovvero la presentazione del nuovo spumante metodo Classico di Fongaro, presso l’Enoteca zero7, dove la festa è di casa; dopo brindisi, musica e balli, è giunta l’ora di spostarsi per un altro aperitivo presso la gioielleria Bonner, dove i vini di Tenute Santa Maria Valverde si degustano, in collaborazione con il famoso marchio Brandimarte, anche in argento.
Degustare in argento è una di quelle esperienze che ti lasciano senza parole, per complessità e profondità di sensazioni.
La domenica mattina è tutto pronto per l’apertura della fiera, il successo e l’affluenza di pubblico cresce di anno in anno e la mia fiera, da buon appassionato di bollicine, non può che cominciare in Franciacorta; si parte da Barone Pizzini, per poi fare un saluto ad una delle mie aziende del cuore, Castelveder, dove ho il piacere di incontrare la mia amica Camilla Alberti.
Dopo il riscaldamento, la mattina scorre via veloce e nel primo pomeriggio, presso il Consorzio dei Colli Berici, è prevista una degustazione che non si può perdere, perché è un vero e proprio ritratto di territorio, con due grandi vini in sfida, Carmenère Vs Cabernet Franc.
La prima giornata volge ormai al termine, ma prima di uscire c’è bisogno di chiudere con un’ultima grande bollicina e chi se non Villa Parens!
Ma le bolle non finiscono mai ed in serata si raggiunge la festa organizzata da un grande produttore di Champagne, l’unico italiano a produrre questo fantastico nettare, Enrico Baldin ed il suo Encry.
Il secondo giorno parte sulla falsa riga del primo, ma stavolta la prima tappa non è in Franciacorta, bensì in Trentino e più precisamente da Endrizzi ed il suo Masetto Privè; poi via di corsa, siamo in ritardo e dopo una breve sosta da Revì, si scatta alla volta di Villa Corniole, vera e propria rivelazione di un territorio.
L’orologio corre veloce e siamo costretti a farlo anche noi, ma non senza fermarci dal gruppo Mezzacorona a degustare l’ultimo nato, Rotari Flavio millesimato 2009; via dal metodo classico, passiamo al Prosecco, da Carpenè Malvolti, che ha compiuto 150 anni, facendo la storia di queste fantastiche bollicine.
Gli impegni sono molteplici e ravvicinati, si prosegue da Bortolomiol per il lancio della nuova Grande Cuvèe del Fondatore, guidata dal grande Alessandro Scorsone; anche la seconda giornata volge al termine, ma le sorprese non sono ancora finite, infatti, in uscita incontro due campioni dell’Inter dei record 1988/89, il Capitano, lo Zio Beppe Bergomi e Riccardo Ferri.
La notte è giovane e si chiude la serata da Kartell per l’ormai consueto aperitivo organizzato da Marchesi Fumanelli; Armando, come sempre, si dimostra un vero signore ed un maestro di accoglienza ed ospitalità.
Al terzo e penultimo giorno di fiera; si parte dalla Sicilia e più precisamente dall’Etna, tappa piacevole ed obbligata da Cottanera per degustare il nuovo Zottorinoto; il vulcano è pieno di belle realtà, tra le più apprezzate c’è certamente Palmeto Costanzo, di cui è facile apprezzarne i vini, ma solo dopo aver approfondito la conoscenza delle donne e degli uomini di questa azienda che puoi comprenderla fino in fondo, grazie ragazzi.
Via veloci per un press test in Irpinia, tre aziende e sei vini da degustare con i produttori. Abbiamo ascoltato storie veramente interessanti e degustato vini capaci di emozionare, come il Greco di Tufo de Le Ormere, bellissima realtà di sole 7500 bottiglie.
Ancora tanto da degustare, si decide per una bella bollicina di Uberti, una garanzia per ospitalità, sobrietà ed eleganza, ma le bolle si sa sono come le ciliegie, una tira l’altra e dopo una breve tappa da Derbusco Cives e da Champagne Mandois, la serata di fiera termina da un colosso dei vini spumanti italiani, Ferrari, dove ho l’onore ed il piacere di degustare prodotti stupendi con Marcello Lunelli in persona; che dire se non che tutto il successo di questa azienda nel mondo è assolutamente strameritato.
È il giorno finale della manifestazione, una carrellata di saluti a coloro che negli anni sono diventati degli amici, come i fratelli Mirizzi e quindi Montecappone e il nuovo nato Ergo, le sorelle Pacelli, le grandi donne Bio del Sud, che hanno lanciato l’ultimo il taglio, il Bordo-calabrese, Zio Nunù, il mitico Antonio Cascarano ed il suo Camerlengo.
Lo scatto finale regala ancora emozioni e non solo saluti, come da Hofstätter, altro colosso italiano di questo mondo che ogni volta stupisce per qualità e da Tenute Scuotto ed il suo Oi Nì, campione per complessità e longevità; il continuo e perpetuo passare da Nord a Sud della penisola, ci porta da Kaltern, bellissima scoperta, con i suoi vini sinceri e verticali; è ora di pranzo, sosta in Emilia Romagna da Enio Ottaviani che ci accoglie con il suo Strati e soprattutto tanto Caciara; poi si ripassa dal Veneto e siamo da Speri, storica realtà della Valpolicella e per chiudere in bellezza, restando in questo lembo di terra veneta, ci fermiamo da Secondo Marco, altra azienda bella e solida di questa meravigliosa regione.
Anche quest’anno, ho vissuto un’esperienza ricca di stimoli e grandi incontri, per questo ringrazio tutti, ma soprattutto i miei compagni di viaggio, Paola Gambini e Alessandro Scorsone, che condividono con grande generosità la loro esperienza, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo Vinitaly.