… vuol dire passare una giornata #dallaAallaZucca con Cinzia Andrelli, Eduardo Lo Giudice (Orto Antico), Mauro Mario Mariani, Raf De Feo, Sigismondo Gaetani e Maurizio Digiuni a Acquaviva Picena.
Domenica scorsa ho moderato il Dott. Mauro Mario Mariani e lo scrittore Raf De Feo in un convegno monotematico riguardo la zucca e le molteplici varietà di zucca che ha toccato tutte le lettere dell’alfabeto dalle favole belle a quelle brutte, dal Tao bianco al Tao nero. Da cosa ci fa stare bene e ci fa bene. Che sia musica, poesia, cucina, cibi sani, cotture sane e trasgressioni nei giorni di festa. La chiesa del piccolo paese è colma di gente di ogni età. La zucca piace ai bambini perché ha un sapore delicato, è arancione e gialla e la possono colorare e comporre come più preferiscono.
Quel giorno siamo tutti stati cosparsi dalla polvere magica della Fata di Cenerentola che ci ha donato un eloquio divertente e convincente. Partendo dalla Z di zucca per arrivare alla A di amore.
Ma perché si dice ‘avere il sale in zucca?‘ De Feo ci racconta che, nel 40 d.C., nella Roma di Marziale, c’era un cuoco che si chiamava Cecilio e cucinava solo zucche. Le zucche di allora non erano come quelle commestibili di oggi (importate dalle Americhe) ma erano simili a quelle che usiamo per ornamenti e decorazioni. Cecilio le tagliava a metà, le scavava bene e faceva bollire a lungo la polpa. La zucca vuota la usava per conservare il sale. Quindi chi aveva sale in zucca era una persona benestante e oculata. Il sale, allora, era un ingrediente prezioso.
Mariani si aggancia all’argomento spiegandoci che la zucca fa bene proprio perché è priva di sale e ricca di tutte le sostanze benefiche che abbinate ad altri ingredienti come cereali integrali non trattati, frutta di stagione, pesce pescato a pochi passi da casa e olio extravergine d’oliva della nostra terra diventa la protagonista di una favola bella che finisce sulla nostra tavola.
Tutte le favole sono a lieto fine, sottolinea De Feo.
Anche la nostra di oggi che continua nel Ristorante Il Casolare Azzurro.
Francesco Sgariglia e tutta la sua famiglia ci offrono piatti tradizionali molto ben fatti in un percorso tipico e attento agli equilibri dettati da Mariani solo nei giorni di festa. Ed oggi è uno di quelli. Sono con Sigismondo Gaetani. Dopo ci aspetta il nostro spettacolo di cucina (cooking show o show cooking, scegliete voi) nei giardini dietro la torre.
Non è con noi Maurizio Digiuni. La sua esibizione è alle 16 e 30, la nostra alle 17 e 30.
Sta costruendo, uno ad uno, ravioli di zucca. Mi trovo a condurre anche lui, in verità ho condotto con grande piacere un po’ tutti, e i suoi ravioli ripieni di zucca, amaretti e ciauscolo conditi con crema di patate e colorati dal guanciale croccante. Molto buoni.
Intanto Sigismondo Gaetani (La Degusteria del Gigante a San Benedetto del Tronto) sta facendo bollire l’acqua. Fra poco tocca a noi con mezzemaniche, tre zucche, mandorle, calamaretti e rosmarino. Alzo gli occhi dai piattini colmi di pasta colorata di arancione e giallo e osservo, con tenerezza materna, la moltitudine di mamme, papà e bambini che aspettano di assaggiare. Che bella la vita!
Raggiungo dopo un po’ mia mamma e mia suocera che in questa lunga e indimenticabile Domenica sono state sempre con me accudite e riverite da un gentiluomo di altri tempi come Raf De Feo. Sigismondo ha fatto anche in tempo a scrivere la ricetta. La trovate qui sotto. Un piatto molto gustoso e goloso. Facile da rifare a casa. Evviva le zucche!
Mezzemaniche, tre zucche, mandorle, calamaretti e rosmarino.
Ingredienti per 4 persone:
300 gr di zucca, per lo specifico abbiamo usato le zucche di Eduardo Lo Giudice la violina la trombetta d’Albenga e la Provenza, 300 grammi di calamaretti, olio evo q. b.
Procedimento:
Soffriggere i calamaretti dopo averli puliti a parte e preparare la zucca a tocchetti per poi passarla al minipimer aggiungendo due cucchiai di parmigiano. Unire il tutto. Scolare le mezze maniche di Carla Latini al dente per poi passarle nella crema di zucca mantecando per qualche minuto.
Aggiungere dopo aver impiattato un trito tra mandorle e rosmarino essiccato.