“Per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale” canta Cesare Cremonini mentre mi reco al Castello di Pietrarubbia, nell’interno del Montefeltro. Sono con Carlo e piove come tante volte ormai ho visto nella mia vita. Tanto. Troppo. Cremonini ha ragione. Sul finale, cioè sul Castello, sta quasi per splendere il sole. Da qui Carpegna è ad altezza di sguardo. Tutto quello che volete conoscere su questo luogo lo trovate sul sito ufficiale che si apre con un commento di Tonino Guerra.
E vi ho detto tutto.
Di questo posto si innamorarono artisti, poeti, intellettuali e scrittori. E musicisti che continuano a fare vivere il Teatro e la Locanda delle Storie.
Arnaldo Pomodoro lo elesse a suo laboratorio sperimentale. Qui, come ai tempi di Guelfi e Ghibellini, si fondono metalli. Allora per forgiare spade da guerra, oggi, per forgiare sculture.
Raf De Feo, cuoco, musicista, intellettuale, storico, scrittore e nei capitoli successivi aggiungerò sostantivi di supporto, è, da pochi giorni, il curatore della cucina, dell’accoglienza e di tutto quello che sarà capace di inventarsi intorno a ciò. La Locanda delle Storie i suoi tavoli e le sue camere stanno cominciando a respirare un’aria nuova.
Che ben si armonizza con le Mostre permanenti e itineranti, con gli spettacoli e la petite église dove regna sovrano e luminoso l’altare di Pomodoro.
Il 27 e 28 Ottobre, cena e pranzo, Raf De Feo con il valido aiuto di Maurizio Digiuni, ha preparato un menu dedicato a Gioacchino Rossini. Con vezzi e curiosità conosciute a pochi.
Fra un artista e l’altro
(c’è con noi Andrea Da Montefeltro che ha dedicato ai 150 anni di Rossini 5 violini scolpiti nella pietra)
Vado in cucina a salutare e mi mettono subito in posa. Nemmeno il tempo di togliermi il soprabito.
Poi mi siedo a tavola e vedo passare gustando con piacere:
il mandolino e gli altri strumenti affettati e i due crostini di salsa antica con tartufo bianco e nero
i basagnaccoli con guanciale e ceci
lo stufato di vitella al Marsala con gelatina di cannella e l’insalata alla Rossini
le petit Tournedos alla Rossini
mele cotte con salsa di morici e visciolata
fuori programma spaghetti chitarra con mattonella (formaggio stracchinato delle montagne limitrofe) con tartufo bianco.
Qualche giorno dopo è arrivata anche Cenerentola con la sua Zucca Arancione.
La musica di Rossini nell’aria e spaghetti grandi nel piatto.
Il Primo Capitolo lo concludo qui. Quando sarà il momento del Secondo ve ne accorgerete.
Accanto a Raf De Feo , nella foto qui sopra mentre visita la mostra di Andrea Da Montefeltro, c’è una grande Donna che si chiama Paola. Senza di Lei nulla sarebbe accaduto e nulla accadrà.