Grazie all’amica Marina Wiesendanger sdrammatizziamo un po’. Ma nemmeno tanto. Sapete chi è il Signor Veneranda?

Ai tempi del corona virus facciamo entrare in casa il Signor Veneranda
La guerra, non c’è modo al mondo di evitarla, l’uomo non sente ragioni.
Né cuore. Deve essere la nostra personale cacciata dal paradiso, non c’è bisogno dell’angelo, ci cacciamo da soli. Oggi è una guerra diversa, si chiama corona virus, somma di cattive gestioni, assurda perché silenziosa, vista da casa, seduti sulla poltrona a guardare la tv come un videogioco mostruoso. Pensavo all’ultima guerra mondiale. Come l’ha presa l’Italia. Dovevamo solo schivare le bombe e ammazzarci tra noi. Negli anni 30/40 la società si preparava all’inferno, gli intellettuali scrivevano giornali, vignette, facevano satira. Furono tutti chiusi man mano che il fascismo si confermava. Ne restò solo uno, il suo correttore di bozze era Oreste Del Buono, che nel dopoguerra scrisse libri fantastici come “Un intero minuto” sdoganando il sesso italiano a quei tempi. Vi invito a cercarlo. Ma allora, nel ‘31 gestiva la confusione nel giornale Marc’Aurelio, che raccoglieva l’umorismo giudicato lecito ai tempi mussoliniani. C’era allora Zavattini, c’era Mosca, Metz , Steno, Vanzina ; poi nel 1936 con la presa dell’Etiopia il giornale divenne smaccatamente fascista, Faccetta Nera e Tripoli bel suol d’amore imperavano, le battute sul Negus facevano ridere, le tirature aumentavano ma gli scrittori, giovani disegnatori e studenti, scalpitavano. Milano, nelle figure di  Rizzoli e Mondadori, avverte la sfida e capisce che è tempo di contrastare il Marc’Aurelio. I due colossi dell’editoria  chiamarono a Milano queste giovani promesse. Andrea Rizzoli figlio intevista personalmente Del Buono e gli dice che lo vuole nel suo giornale. Che giornale?, chiede Del Buono. Ah, non lo so, risponde Rizzoli che aveva 6 anni meno di lui, lo faccia lei! Nasce così il Bertoldo in contrappunto al Marc’Aurelio. Il nome sembra sottotono, popolare, di ingenuo contadino. Ma si rivela sottile, spiazzante, pulito da ogni politica e quasi astratto, irreale, un po’ alla Jonesco. Per dargli il suo aggettivo, diciamo che è futurista. I lettori lo adorarono subito. C’erano Mosca Guareschi Marotta Manzoni Zavattini Marchesi. Più tardi Ettore Scola, i primi disegni di Federico Fellini diciottenne. Arriva uno studente rumeno in redazione e chiede, sono qui per fare architettura, intanto potrei illustrare i racconti morali di Mosca? Lui era Saul Steinberg… Si attacca a Carletto Manzoni che si firmava Carletto Fildifero e i due vivono in simbiosi. Quanto cervello, intuizioni, controsensi si sono scambiati? Le battute dell’uno stavano perfettamente sotto i disegni di “leoni straniti con un fiore in bocca” o guardate dall’alto da “angeli barbuti in camicione”. Le leggi razziali costrinsero poi Saul Steinberg al ritorno in America dove divenne un guru dell’arte del disegno. Ma si impressero a vicenda le loro anime libere per sempre. Carletto creò il Signor Veneranda, personaggio irresistibile e internazionale, uomo per tutte le stagioni delle nostre vite.
Non so cosa dica al cuore di Rizzoli il fatto che oggi i suoi libri siano venduti da forse ancora un paio di antiquari. E non bastano 100 Euro a comprarli, vecchi così come sono, tenuti da scotch. Con qualche  disegno di Steinberg. A scuola i maestri negli anni ‘60 li leggevano ai bambini. I bambini sono futuristi finché l’educazione non li rovina troppo, ridono forte e chiedono “Ancora!” anche oggi, 2020. Avrei voluto leggervi un raccontino al giorno, o quantomeno alla settimana, come ha fatto mio padre con noi. Ma anche questa è la guerra del corona virus, la distanza il silenzio.  Allora leggetevelo voi. Ma fatemi un piacere: leggetelo forte, a voce alta. Mimate il signor Veneranda quando rompe il senso di ogni cosa possibile, anzi impossibile come la coda del gatto, una carota un cappello. Anzi, farò di più: vi mando il suo primo racconto e qui dovrete urlare! Urlare! Quello del terzo piano vi deve sentire!

La Chiave del Signor Veneranda