sommo bene di un’ora
qualsiasi,
benedire il mondo a lente boccate,
nei ghirigori di fumo del sigaro,
denso, latteo sapore di terra
pestata;
o bere acqua di casa dalla tazza,
due, tre volte di seguito
per improvvisa, ciclopica sete;
fissare il collo d’atleta del Cristo sorridente,
la grazia della penultima rosa,
il cerchio scuro del vaso
e il sole che arde il muro dirimpetto;
chiedersi senza parole che giorno è,
sbagliando il conto per il resto dell’eternità
