una panchina al sole,
i merli, la brina
e un vento diaccio,
nel giardino, scelto
per gli ospiti,
nobile un tempo,
tra il tasso e l’alloro
corre un dialogo socratico
che ha per tema
la durata,
oltre la scena di volta
in volta imbandita;
non c’è canzone
che regga il contrasto
tra ieri e domani
quanto quella dei merli
che scendono a terra
per lanciarsi in brevi, tumultuose, corse;
sicché non è lo scopo che perisce,
ma il gesto che disegna l’attimo a svolgere un’esile filo d’Arianna