Buongiorno a tutti e buon Martedì Grasso,
Lascio la parola a Nicola Dal Falco. Buona lettura e buon ultimo giorno di Carnevale.
Lettonia-Toscana, dal vino al gin
Di Eliza Pinta Kauce, responsabile comunicazione e marketing di Ginepraio, gin toscano e Drunk Turtle, costruttore di vasi vinari in cocciopesto, colpisce quella speciale determinazione che bacia le persone che, pur riconoscendo di essere state fortunate, non si accontentano. E nel volere qualcosa, cercano sempre di meritarsela fino in fondo e di più.
Una buona volontà che non dipende, esclusivamente, dal senso del dovere; non si tratta di stacanovismo, ma di una ponderata scelta di vita in base alla quale, parole sue: «se ci tiene veramente a qualcosa, fai tutto ciò che è possibile e utile, senza nasconderti dietro un ruolo».
Nata in Lettonia, agli sgoccioli dell’era sovietica, ha vissuto il cambiamento vicino al padre che, adattandosi al nuovo ordine delle cose, iniziò a importare tutto ciò che allora mancava, avviando un importante scambio di prodotti enogastronomici che coinvolgeva, in particolare, l’Italia.
La formazione di Eliza avviene, quindi, sul campo, appena quindicenne, seguendo il padre nei viaggi e partecipando alle degustazioni.
«Situazioni difficili – precisa – considerando i pregiudizi che il mondo maschile del vino nutriva nei confronti di una ragazza in giro con papà. Un padre che per orientare i suoi acquisti si era basato sulla Guida del Gambero Rosso, in modo da abbracciare il meglio della produzione vinicola italiana».
Un’esperienza precoce, quella di Eliza, completata da un ricco curriculum di studi e la conoscenza di sei lingue: lettone, russo, italiano, inglese, tedesco, francese.
Kauce si è laureata in Business Administration ed è stata, tra l’altro, la prima lettone a diventare sommelier AIS, ma anziché restare in Lettonia e far valere queste prerogative ha preferito partire.
«Ho fatto la scelta meno logica – sottolinea – concentrandomi non sul potere che avrei potuto ottenere, ma su le nuove e più ampie conoscenze che mi sarebbero capitate. Desideravo, allora come oggi, sapere di più».
Ed è così che Eliza Pinta Kauce è prima a Firenze, Dubai, poi a Milano, sulla costa toscana, a Parigi per occuparsi dello champagne Nobel e di nuovo in Toscana, a Montepulciano.
Fabio Mascaretti, Eliza Pinta Kauce, Lucrezia Marchetti, Enzo Brini
Tra Firenze e Montepulciano si salda un cerchio, nato dall’amicizia con due compagni di studio: Enzo Brini e Fabio Mascaretti, ideatori e produttori del gin Ginepraio e di Old Sailor Coffee, ispirato al famoso caffè corretto che i pescatori di San Benedetto del Tronto si portavano in barca per combattere il freddo e la stanchezza.
Un gin come noi
Alla domanda chi e perché beve il gin Ginepraio? Eliza Pinta Kauce risponde così: «Abbiamo fatto qualcosa che ci piace, il primo London Dry Gin con ingredienti esclusivamente toscani, per noi e i nostri amici. Essenziale come sottolinea la bottiglia minimal a forma di flebo. Così pulito da garantire la migliore miscelazione possibile nei cocktail dove, spesso, il gin è così “floreale” e invadente da obbligarti a delle correzioni.
«Con Enzo e Fabio ci siamo ritrovati sull’idea di applicare al gin lo stesso concetto di terroir che caratterizza il vino. A partire dall’alcool di base che proviene da grano coltivato nella zona del Mugello, mentre le nove essenze botaniche, fra cui tre varietà di ginepro, la rosa canina e l’elicriso, provengono sempre dal Mugello, dalla Maremma, dalla Val Tiberina, passando per il Chianti. Sia l’alcool sia le essenze botaniche sono tracciati e certificati.
«Mi piace pensare – continua Eliza Pinta Kauce – che il nostro gin incontri il gusto di persone sensibili, più o meno coetanei, tra i 25 e i 40, che incontrandole, allargherebbero la cerchia delle amicizie».
Oggi, le prospettive di Ginepraio – la cui origine del nome racconta, attraverso l’espressione “cacciarsi in un ginepraio” l’ostinata ricerca delle materie prime che ne ha segnato la nascita – si stanno ampliando negli States come in Asia, grazie alla collaborazione con Certa e Keti Mazzi senza dimenticare l’Europa dell’Est e la Russia. A titolo di cronaca, proprio per la pulizia, la schiettezza, la limpidezza che ricordano un’altra “acqua”, la vodka lettone, quel Paese adora già Ginepraio.
E il consiglio di Eliza è di degustarlo freddo, rigorosamente senza ghiaccio, esaltando così il suo sapore diretto.
Per ampliare la conoscenza di Ginepraio Gin è stata anche ideata una newsletter mensile.
La magia del cocciopesto
Come dicevamo, Eliza Pinta Kauce si occupa anche di Drunk Turtle, una delle aziende di Enzo Brini che produce vasi vinari, anfore di varie dimensioni, dopo aver recuperato l’antica formula romana del cocciopesto. Un materiale, ecosostenibile, che sostituisce il legno delle barrique ed è meglio del cemento. Oltre a favorire l’ossigenazione del vino, a essere certificato per alimenti, è robusto, può essere modellato in un oggetto di design e grazie alla sua forma non richiede sostegni di alcun genere.
Per preservarne l’integrità, Drunk Turtle ha anche studiato un protocollo di pulizia a base di acido tartarico.
L’anfora da vino è diventata anche un’anfora per l’invecchiamento del gin, dando vita alla seconda etichetta Ginepraio: il Navy Strength.
Il formato di anfora più piccola è diventato un utile soprammobile sia nei bar sia a casa.
Infine, è giusto ricordare che Eliza Pinta Kauce ha iniziato a occuparsi anche del Conventino, l’altra azienda di Brini che produce Montepulciano.
Concluderei con due note caratteriali: Eliza è una formidabile lettrice, che dedica soprattutto ai saggi (in questo momento sul funzionamento del cervello) tutto il tempo che può.
L’obiettivo per quest’anno è di leggere 77 libri, con una media ferrea di 85 pagine al giorno. Nella nostra conversazione è poi affiorato una sorta di motto quotidiano. Nella vita che vuoi vivere bisogna ridere e fare. Già, perché il lavoro senza l’ironia, diventa velocemente insopportabile.
Nicola Dal Falco