vago nell’Isola
in un mondo sovrannaturale
di nuvole,
mosse
da correnti marine,
fidando nei passi
comuni, in pieghe
inattese e sperate,
e contemplo
più che altrove
bordi paralleli
di valli
senza scorgerne il fondo,
dormo anche tranquillo,
mi rigiro nei sogni, più
fitti e gentili,
ma
mangerò mai
nel mezzodì,
all’ombra del carrubo?
prima che inizi la sterminata
sera? la turgida notte?