Una certa maestà di donna,
con mani grandi più che lunghe
e seni brevi, ritrosi e indipendenti;
dal profilo vasto, silenzioso,
e fianchi robusti,
posati su colonne,
il suo incanto è l’incanto
moltiplicato di un’albereta,
raccolta nella brezza.
Qualcosa che appare
e si staglia sull’argine,
indugia nelle misteriose distanze,
di un Caffè, in un salire
di sguardi e sbuffi di vapore.
La sua evidenza
è di una strana semplicità
come cosa che era già,
costante nel suo dispiegarsi
in qua e là fin dove l’occhio
crede di scorgere il presente
e assapori l’inclinazione
per un dopo…
subito dopo l’inaspettata
attenzione di un vento garbato.
La Donna Granda, disegno di Emma Dal Falco