Dal sito di Villa Anitori Paolo Paciaroni si presenta così. Lo conosco molto bene e lascio che le sue parole vi portino a capire l’evoluzione e la nuova maturità della sua professione. Nel mezzo foto di piatti che si commentano da sole. Grazie Chef!
Ero un bambino… uno di quelli che sognavano tanto… anzi… tantissimo!
Già all’età di nove anni volevo fare il cuoco.
Negli anni ottanta ancora non si sentiva parlare di cucina, la figura del cuoco era quella di una persona burbera e piena di problemi, che conduceva una vita al limite della sopravvivenza con mole ed orari di lavoro molto intensi.
La cosa non mi spaventava affatto, anzi mi incuriosiva molto. E fu la curiosità che mi spinse a prendere un piccolo sgabello per arrivare al piano della cucina di casa per essere vicino a mia Mamma e guardarla fare il ciambellone per la nostra colazione. L’odore che proveniva dal forno era inebriante e vedere questo dolce lievitare era una cosa straordinaria.
Grazie alla mia passione inizia la mia vita tra i fornelli, già all’età di 15 anni andavo a lavorare in una pizzeria sotto casa a lavare i piatti. Terminati gli studi ad indirizzo commerciale, mi iscrivo alla scuola alberghiera frequentando il corso professionale ottenendo il massimo dei voti. Siamo nel 1998 con gli anni 2000 alle porte e tanta voglia di fare, mi metto in gioco e busso alla porta di un hotel di paese, un 4 stelle con ristorazione. Mi assumono e da allora in poi le mie giornate lavorative le trascorro in cucina.
Tra le esperienze professionali più importanti ci sono esperienze in Hotel 4 e 5 stelle lusso in Lombardia, in Trentino, in Val Badia e in Toscana. Ora il richiamo alla mia terra d’origine, l’attaccamento al territorio e al paese dove il rapporto con gli agricoltori locali è diretto, mi portano a condurre tutta l’offerta gastronomica di Villa Anitori Prestige Relais & Spa e del suo ristorante.
Svolgo il mio lavoro con grande passione per tutto ciò che c’è di bello e di buono nel mondo dell’ eno-gastronomia, cercando sempre di creare piatti che trasmettano sensazioni e che suscitino emozioni. In ogni pietanza che preparo cerco di portare alla luce la storia e il buono di quell’alimento.
L’ingrediente che non manca mai nella mia cucina è la passione.