va travasando immagini,
la ferrovia, dal paese all’occhio,
luoghi che, per questo andare
dentro la cornice di un vetro,
sono memorie, epiteti di cose
in vita,
come quel fico che abita
il casello,
lo copre e abbraccia
dall’interno, dall’unico
scoperchiato vano,
ancor più grande, nudo
e grigio