Ho conosciuto Carol Agostini diversi anni fa grazie a comuni amici e alla passione per cibo e vino. Abbiamo condiviso eventi reali in maniera virtuale e poi, un giorno dell’Estate scorsa, mi ha chiesto di leggere la bozza di un libro che stava scrivendo. Il suo primo libro. Accettai con gioia e fu la mia lettura di due giorni al mare a costruire castelli di sabbia con mia nipote. ‘Cena con fattura d’amore’ (Ronca Editore) ci porta dentro la tradizione gastronomica-sensoriale. Un’arte antica che risale a secoli fa e che, studiata con molta attenzione, può dare risultati sorprendenti.
Mi sono affezionata, con tenerezza, alla protagonista Cornelia.
L’amore e la passione travolgono il cuore e la mente e questa è una storia di sensi. Cornelia è alla ricerca dell’amore, ma soltanto dopo un intenso percorso di confronto e di crescita riuscirà a esprimere la propria personalità anche attraverso ricette e piatti speciali che accendono la passione. Due uomini entrano nella sua vita, quale sceglierà? Riuscirà poi a conquistarlo seducendolo con la sua cucina? L’intreccio tra cibo e passione è per lei fondamentale, ma è anche una fonte di energia vitale e di comunicazione con il prossimo. Infine, le venti semplici ricette proposte in coda al libro serviranno da guida per accendere i sensi e per aprire nuovi orizzonti nel mondo della seduzione. Questa è la trama che racconta la storia, ma è una storia che racchiude in forma romanzata la Gastronomia sensoriale, quella dottrina nata molti secoli fa ad opera dei nostri avi, che ha un ruolo molto importante ma spesso non ci facciamo caso, quanto un percorso di crescita introspettiva, dove il rapporto con noi stessi, anima e consapevolezza sono fonte di energia come il cibo e vino, come l’accettazione e l’amore. Se iniziate a farci caso molti piatti particolarmente elaborati, con ingredienti selezionati creano sensazione di benessere nell’immediato, basta solo guardarli per sentire vibrazioni positive. Il potere di stimolare ogni nostro senso e sensazione derivante dal cibo e vino diventa molte volte la soluzione a problemi di carattere amoroso, senza rendercene conto a tavola consumando un determinato cibo rispetto ad un altro, la nostra apertura e predisposizione di accoglienza verso i problemi e verso l’altra persona sfumano in gesti più naturali e meno arrabbiati. Ci sono appunto alimenti che suscitano in noi sentimenti di dolcezza, di tenerezza, di pace, attraverso la produzione di “sostanze amiche” portandoci alla capacità di guardare la persona davanti a noi senza provare odio. Ecco perché viene definita gastronomia sensoriale, dove la pace dei sensi è uguale alla pace delle emozioni. In questa pratica si usa maggiormente la frutta, gli ortaggi, le radici, la cioccolata, i prodotti ittici tendenzialmente crudi, le spezie, tutto in piccole porzioni o mono. Anche prodotti lattiero-caseari vanno spesso di pari passo con gli altri i quali: yogurt, ricotta, prodotti acidi del latte (kefir), formaggi poco elaborati che vengono serviti senza alcuna lavorazione, invece freschi o “molli” solo se elaborati. L’alimentazione maschile e ben diversa in questi casi da quella femminile, gli uomini in questa pratica associano la loro carica sensoriale alle vitamine, collegamento diretto alle ghiandole riproduttive, alla vitamina e contenuta nell’uovo e nella carota che li fa sentire sicuri di sé stessi, più attraenti e seducenti; il segreto sta nel non fare mancare la componente vitaminica negli alimenti, specialmente quelle derivanti dalla carne, dai prodotti del mare, dai farinacei, dai lievitati e dalla presenza di amidi, come le patate. La cucina sensoriale è inoltre composta da una piccola quantità di proteine, di grassi, di carboidrati. Associazioni visive, collegamenti sensoriali, gesti e movenze, le giuste ricette e l’ambiente confortevole aprono il paradiso dell’anima attraverso le vibrazioni dei sensi. L’ uso di spezie e di condimenti degli alimenti hanno funzioni fondamentali per vari aspetti: pepe, peperoncino, origano, basilico, spezie dolci come la noce moscata, la cannella e per finire lo zenzero, aceto di mela, olio di oliva, aceto balsamico, limone e agrumi in generale, facilitano la digestione, portando l’equilibrio della propria salivazione, che rende ogni morso invitante ed accogliente, mentre i nostri sensi godono di ogni beneficio fisico/emotivo. Organizzare una cena con tutti i crismi giusti offre a noi stessi la piena soddisfazione, la concreta accettazione e la profonda consapevolezza di un Karma che aspetta solo di essere alimentato.
Una serata importante ha fatto da cornice ad una presentazione importante curata da me, Luca Tortuga e, ovvio, radioserena.net
Carol è sommelier, commissario enologico internazionale, cuoca e creativa partita dall’Accademia del Gusto e divenuta, successivamente, Chocolate Tester. Ama ricercare, analizzare e abbinare ingredienti, tecnica e vini ai suoi piatti, là dove tutto diventa colore, equilibrio e consistenze. Marketing strategist e, soprattutto, esploratrice appassionata del gusto italiano, sempre alla ricerca di sensazioni organolettiche e della chimica dei componenti sensoriali. Qualificata come Maestro Sun, insegna e organizza corsi di cucina asiatica. Selezionatrice food&wine per mercati esteri e e-commerce internazionale, scrive su testate nazionali di settore. Conduce presso alcuni canali web radio una serie di trasmissioni basate sul format
”Il viaggio degli Umami”. Carol è curatrice di masterclass e degustazioni guidate in eventi fieristici del settore. Inoltre, conduce una rubrica dal nome “In viaggio con Carol” con la creazione di podcast enogastronomici, che raccontano realtà produttive e territori, attraverso visite e interviste con i produttori. Instancabile networker, è sempre alla ricerca di sinergie e opportunità per progetti che uniscono persone e professionisti vincenti. Mi ha chiesto di scrivere una delle prefazioni che vi regalo, intonsa qui sotto.
“Cornelia è una giovane donna nata oltre 40 anni fa a Ginevra” Così comincia il primo libro di Carol Agostini. La protagonista è in perenne sfida con sé stessa, sommersa da un lavoro che le piace, alla ricerca di nuovi stimoli. Capace di mettersi in discussione, insicura, emotiva e maldestra. Bella, morbida e voluttuosa. Attorno a lei ci sono la Nonna, che anima con la sua presenza virtuale la casa in cui Cornelia vive, negli oggetti, nei mobili, nei ricordi e nei gesti. Luci, tende, finestre, specchi e colori. C’è Sara la proprietaria dell’osteria che Cornelia frequenta. Altra scena importante della storia. C’è Pilar, collega di lavoro, complice, punto fermo per le sue incertezze. E poi ci sono due uomini, in verità tre. Edoardo, Fabrizio e il piccolo Francesco, figlio adottivo di Sara. Non vi svelo altro perché il libro va vissuto pagina dopo pagina. Non immaginerete mai gli eventi successivi. Stimolanti e coinvolgenti sono i momenti dedicati alle descrizioni delle degustazioni. Il cibo e il vino sono narrati con l’erotismo e la passione che a loro competono. Senza falsi pudori o inibizioni. Gioci di bocconi presi con le mani e portati a labbra, appena sfiorate, che prima si sono poggiate sul bordo di un calice. Gocce di vino che macchiano camicette ‘pulsanti’. La storia d’amore di Pilar, il suo essersi annullata per l’uomo che amava, aiuta Cornelia a capire quale dovrà essere il suo percorso emotivo. Il testo ci regala risate contagiose e sdrammatizzanti, mise di pizzo e sottovesti, scollature vertiginose e autoreggenti che non hanno voglia di fare il loro mestiere, pomeriggi di pioggia, ombrelli capricciosi, cadute improvvise che provocano altre risate. Capelli ricci ribelli e gote arrossate dall’emozione. Non è un romanzo d’appendice né un romanzo d’amore perché, sul più bello, Cornelia per l’uomo che ha scelto, Fabrizio o Edoardo? si appresta a preparare un pranzo che avrà lo scopo di sedurlo. Così segue i consigli della Nonna custoditi in un manoscritto, quelli di Pilar e quelli di Sara. Li troverete nel ricettario in fondo al testo. La seduzione è un’arte antica che non si improvvisa. Ci sarà da imparare. E questa è solo la prima puntata.”
Ed ora il menu e le foto della cena di Elis Marchetti, i vini abbinati ai colori dei piatti curati da Matteo Marco Gagliano, Wine Experience e Sommelier autore de www.coloridelgusto.it, le cantine
Antipasto: un lampone tira gambero
Marche IGT rosé da San Giovese 100% Cantina Le Vigne di Clementina Fabi
Primo piatto: Nettuno e le sue amanti
Marche bianco Crocifisso IGT 2017 50% San Giovese vinificato in bianco, 50% pecorino Cantina Vittorini di Nico Speranza
Secondo piatto: stretti abbracci marini ‘I tentacoli di Venere’
verdicchio dei Catelli di Jesi DOC Classico Cantina Stefano Mancinelli
Dolce: il cibo degli dei golosi
Accompagnato dalle perle di Cleopatra
Re Sole, Lacrima di Morro d’Alba DOC Passito
Infuso allo zafferano con biscottini alle mandorle e zafferano
Nella foto qui sopra tutti i protagonisti della serata