Una luna turca occhieggia
sopra l’ultima finestra
illuminata,
la distanza strabica,
il caso, le avvicina
ai margini di un viso,
scossa la piazza
dal diluvio di campane
e dalla notte ancora blu
Una luna turca occhieggia
sopra l’ultima finestra
illuminata,
la distanza strabica,
il caso, le avvicina
ai margini di un viso,
scossa la piazza
dal diluvio di campane
e dalla notte ancora blu
La mia pasta si chiama 600.27. Ho scelto grani duri tenaci per dar vita ad una semola dorata, omogenea e vellutata. Ho usato le classiche trafile di bronzo e un’essiccazione attenta a bassa temperatura per conservarne quasi intatti i valori.
Ho voluto che profumo, sapore e consistenza fossero netti e persistenti e che tenuta di cottura e gusto diventassero inseparabili.
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