Premessa:
Le osterie esistono sulla faccia della terra fin dalla notte dei tempi. Luoghi dove riposarsi, sfamarsi, dissetarsi e scambiare due parole.
Un tempo per necessità e limitazione dei trasporti si mangia solo fresco, locale e stagionale. Spesso buono.
Passano gli anni, tanti anni, i ristoranti compaiono dopo la Rivoluzione Francese e l’osteria, quella del vino sfuso e delle polpette del giorno prima (buonissime!) sta cadendo nel dimenticatoio. Faccio un riassunto veloce e semplicistico che spero vi metta in contatto con i miei pensieri.
Poi arriva, prima, Arci Gola Slow Food e poi Slow Food che si accorge di quanto patrimonio di territorio possono conservare e divulgare le osterie.
Lentamente, com’è nello stile slow, nasce anche una guida e le Osterie d’Italia diventano delle vere boutique del gusto con tavoli levigati e tovagliette sempre più sofisticate. Omologate da stili universali e un po’ tanto uguali fra loro. Ben lontane dalla storica Osteria dell’Arancia a Grottammare Alta dove è il vino e la ricerca intorno ad esso, in tempi non sospetti, a fare la differenza.
E oggi? Oggi c’è l’osteria del senza, l’osteria geniale. L’osteria del terzo millennio.
Se l’è inventata un cuoco intelligente e vicino alle necessità dei clienti.
Si chiama Hosteria La Marca, netta connotazione marchigiana, ed è, come tutte le osterie che si rispettino nel centro storico di un paese, diciamo qualunque, Camerano (AN), se non fosse per le Grotte che attirano molti turisti.
Marco Domenella ha iscritto al sua Hosteria all’AIC per cui se siete celiaci qui state al sicuro. Così come se siete allergici ai latticini, alla carne in senso affettuoso e preferite il pesce. Se siete vegani in purezza questo posto è il vostro.
L‘Hosteria La Marca fa parte del gruppo privilegiato dell’Alleanza dei cuochi Slow Food che premia i Presidi e i prodotti, appunto, freschi, locali e stagionali.
E poi? Poi ci vuole estro, inventiva, sperimentazione, grazia perché non sempre la cucina del senza è buona e gratifica i sensi.
Marco Domenella, lo sapevo già, ma ho voluto riprovare, è molto capace. Ha tecnica raffinata e mestiere.
Ho mangiato Polpette di cannellini, pomodoro e basilico con crema di mozzarella, i miei amici hanno, invece, scelto il Coccio della salute,
e tutti insieme, le Burger di melanzane affumicate con salsa di Rosso Conero. Volete una descrizione tecnica su consistenze, colori, sapori e contrasti? Tutto nella norma, parametri rispettati alla grande.
Però, permettetemi di scrivere che ogni idea è assolutamente geniale nella sua semplicità.
C’è pochissimo sale e l’olio, aggiunto a crudo è di Marco Cartechini. Tutto risulta generosamente saporito e molto gradevole.
Abbiamo concluso la serata con il Gelo d’Anguria, gluten free. Nella foto mancano le scaglie di cioccolata…
Il vino sfuso c’è, bianco e rosso, ed è di una Azienda locale, Conti degli Azzoni, già ecosostenibile da anni. Ci sono anche diverse birre artigianali senza glutine. Ogni posto ha il suo menu da sfogliare, i tovaglioli non si rompono subito dopo il primo uso, i bicchieri sono eleganti e l’atmosfera è piena di energia, positiva.
In sala c’è Nicoletta Marchegiani, compagna di vita e di lavoro di Marco che conosce i piatti come se li facesse lei. E questo è un grandissimo vantaggio. Sarete, sempre accolti con un benvenuto del senza come questo Crostino di pane alla spirulina, senza glutine, con crema di cannellini e basilico. Dimenticavo, tutto il pane è senza glutine. E piace molto a tutti.
Ho solo un piccolo appunto da fare. Il locale è su due piani ed è mignon. Vi consiglio di prenotare altrimenti vi rimandano a casa.