Farò piano nel prendere per mano la mia memoria, di Marisa Rossetti
Ecco, finalmente, uno spazio per poter scrivere. Tutta la mia fantasia prenderà il volo e le mie parole correranno senza limiti di spazio né di tempo. Vado avanti, facendomi strada fra tutte le idee che mi frullano in testa e farò piano, piano nel prendere per mano la mia memoria e parlare, parlare ed ancora parlare nel ricordare tutte le mie reminiscenze senza dimenticarmi di nulla.
Ero una bambina in casa di tutti grandi
C’era una volta, ora non c’è più. Ho dimenticato tutto ciò che era nella mia mente ed ho soltanto le immagini di quando ero già grandina, forse 2 anni o 3, ed ero a casa mia con mia madre, con mio padre, mio fratello e Pasqualina, la cara e dolcissima Pasqualina che non mi faceva mai entrare in cucina quando lei cucinava. Perché? Perché avevo una manina molto svelta e cercavo di rubare ogni boccone appetitoso che si presentasse ai miei occhi. Lei si chiudeva in cucina ed io aspettavo fuori. Pasqualina era la mia Tata, quando sono tornata a casa dalla balia dormivo nella sua stanza e ricordo benissimo, dal mio letto grande, le mura, i mobili e la finestra che dava sul cortile che ci divideva dalla casa accanto. Non ricordo, la mia mente comincia ad avere dei vuoti, quando tornai nella camera di mamma, una stanza grandissima dove io avevo il mio letto e c’era anche il lettone dei miei genitori. Rammento mio padre, tenerissimo papà che, prima che prendessi sonno, tossicchiava per farmi capire che era ancora sveglio. Ricordo poco di quel periodo, solo i giochi che facevo con il gatto e con le mie piccole cose, i giocattoli e Maria Pia, una mia amica che abitava nella casa accanto alla mia e che, verso sera, veniva a farmi compagnia. Crescemmo, diventando delle piccole signorine, forse anche un po’ civettuole. Andavamo al mare, ci facevamo il bagno, dimenticavo di dirvi che il mare era a 200 metri dalla mia casa e ci andavo da sola, con Maria Pia o con le mie cugine che, in 5, apparivano dalla strada, con fare baldanzoso, ed era subito festa.

La mia Mamma Marisa, fiocco bianco con le cugine. Da sinistra, Isabella, Peppina, Renata e Rossana
Festa sì sì, perché io mi sentivo sola, mio fratello era più grande di me di 12 anni e mi snobbava alquanto. Ero la loro vittima quando venivano i suoi amici a giocare con lui ed io, dietro le spalle di Pasqualina, cercavo di difendermi come potevo! Mia madre aiutava Papà nei suoi discorsi che lui avrebbe tenuto nell’aula dei Tribunali e quindi non aveva tempo per me. Solo l’Estate era un periodo della mia vita molto bello ed aspettavo i miei parenti da Roma che venivano a fare i bagni a casa mia. Ero una bambina in casa di tutti grandi e solo Pasqualina mi faceva giocare al di fuori della cucina. La cucina era tabù.