Questo è il caso di un ritorno, di un’emozione mai sopita fino al punto di aprire dal nulla una cantina. È l’avventura di Serenella, di suo marito Giovanni e del figlio Lorenzo Cecchetelli.
«Capita che un giorno, la vita riannodi i ricordi – racconta Serenella – riprenda slancio dalla vigna del nonno Eletterio Vergari, sensale, garante nella compravendita di animali. Lui, aveva piantato la Barbera e il sapore di quel vino tosto m’è rimasto in bocca insieme alle semplici squisitezze di una volta come pane, vino e zucchero, servito a merenda.
Per non parlare dei salumi della premiata ditta Vergari, fondata dal nipote Ludovico, a cui va ricondotta la nascita della Corallina, il salame lungo, di carne magra, da affettare sempre e soprattutto a Natale e a Pasqua.
«Ma nel mio desiderio di ritorno alla terra, a un familiare paesaggio di colline, c’era anche la presenza della tata Assunta, materna e saggia con forti radici montegabbionesi. Poi, prima la facoltà di Medicina dove ho conosciuto mio marito anche lui medico e il mestiere di pediatra e allergologa mi hanno portato altrove».
Oggi, le vigne, piantate due anni dopo gli ulivi, a partire dal 2005, occupano tre dei sedici ettari di podere che per il resto sono a seminativo e bosco, mentre cantina, punto vendita e degustazione sono stati ultimati nel 2018.
«In momenti meno impegnativi – continua Serenella – eravamo con mio marito assidui frequentatori delle cene e delle gite Slow Food. E lì, insieme a un corso di sommelier, si è fatta strada la mia passione per i vini alla francese.
Ecco spiegato, nonostante lo stupore dei più, il motivo che al momento di scegliere cosa piantare ho optato per Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Sangiovese. Aggiungendo, nel 2017, anche i vitigni del disciplinare della Doc umbra: Procanico, Grechetto, Malvasia e Ciliegiolo oltre al Vermentino toscano».
Vini bio, meglio se naturali
La cantina produce sei etichette: tre in conversione bio, una di lungo invecchiamento e due nate già bio.
«Sono persuasa che la via da intraprendere sia quella del biologico – precisa Serenella – sia nel campo sia in cantina. Non a caso la nostra è stata costruita con criteri di sostenibilità, dal fotovoltaico alla pompa di calore, al recupero delle acque reflue e piovane.
«Ci siamo dati come obiettivo di fare vini che siano sempre più naturali, con meno chimica e soprattutto con lieviti il più autoctoni possibili. Già attenersi alle regole del biologico in Italia è una cosa molto seria».
Il nome dei vini è uno e più che trino. Per cinque etichette su sei, si legge: Lorenzo primo a numero romano, destinatario ultimo, già coinvolto, dell’impresa di famiglia.
Iniziamo dal Cabernet Umbria Igt LorenzoI 2013, un vino equamente diviso tra Cabernet Franc e Cabernet Sauvuignon, color rosso porpora, con sentori di frutti di bosco e liquerizia. Viene invecchiato quattordici mesi in barrique di legno di secondo passaggio e affinato per anni in bottiglia. Un vino importante, da arrosti e cacciagione, che fa 14 gradi, ma perfetto per autentici momenti di meditazione.
Il Sangiovese Umbria Igt Serendipity 2018, sangiovese in purezza viene vinificato e affinato per nove mesi in acciaio e, quindi, in bottiglia. Tredici gradi, rosso rubino trasparente, si distingue per profumi di viola, rosa, susina e mora. Secco e fresco al palato, si abbina a tutto pasto. Si chiama Serendipity, prima ancora che per il film, per il significato del termine, coniato in Inghilterra nel XVII secolo. Equivale a colpo di fulmine e in maniera più sottile indica come cercando qualcosa ci si imbatta, spesso, un qualcos’altro di ben più interessante.
Sangiovese Umbria Igt LorenzoI 2016, ottenuto con il 90% da uve Sangiovese e il 10% di uve Cabernet. Il colore è rosso rubino con sentori di viola, prugna e frutti di bosco. Lo si invecchia quattrodici mesi in tonneaux di rovere francese da 300 litri di secondo passaggio per essere poi affinato a lungo in bottiglia. Raggiunge i 14 gradi, esprimendo contemporaneamente uno spirito giovanile e una struttura consistente.
Sangiovese Umbria Igt LorenzoI 2012, è la versione magnum di un’annata speciale, prodotta in numero limitato. Rosso rubino con sfumature granata e sentori di viola, mora e prugna. Quattordici gradi, questo Sangiovese passa quattordici mesi in tonneaux francesi per essere poi affinato in bottiglia.
Con l’arrivo del nuovo enologo, Riccardo Cini, nascono due etichette bio, un rosso e un bianco.
Lorenzo Bio, Umbria Igt, Rosso 2021, ottenuto con il 70% di uve Sangiovese e il 30% di Ciliegiolo, raccolte a mano e vinificate con pressatura soffice e macerazione sulle bucce. Dopo un passaggio in acciaio di sei mesi e l’affinamento in bottiglia nasce un vino di 14 gradi, fresco e armonico.
Il Lorenzo Bio Umbria Igt Bianco 2021 si fa da un 70% di uve Vermentino e il restante 30% di Grechetto, raccolte a mano. Delicatamente minerale color oro, ha sentori di ginestra, frutta gialla e una gradazione di 13.
La cantina è aperta per eventi (poesia e pittura) e ricorrenze. Normale, quindi, che si sia pensato a sposare i vini con le ricette di aperitivi. L’Hugo, ad esempio, realizzato con il Lorenzo Bio Umbria Igt Bianco 2021 al posto del prosecco, acqua tonica o gassosa, sciroppo di sambuco, lime e molto ghiaccio o lo Spritz bianco con Lorenzo Bio Umbria Igt Bianco 2021, seltz, Crodino bianco, una fetta di mela verde.
«Tra i progetti in corso – conclude Serenella – c’è la realizzazione di un rosé, partendo dal nostro Cabernet del 2022».
Cantina e degustazione
Lorenzo Cecchetelli
Strada provinciale 58, km 1,250
05010 Montegabbione (TR)
Tel. 335. 5837799; 338. 8622535