Gli anni passavano velocemente ed io, ormai a 18 anni, lavoravo a casa di un’amica di mamma il cui figlio aveva un’agenzia di autotrasporti. Partivo la mattina verso le 8, rientravo a casa verso le 12 e mezzo ed il pomeriggio rientravo alle 16. Il mio mezzo di trasporto era la bicicletta, ero un diavolo scatenato, passavo fra le persone e lasciavo la mia “fuoriserie” all’interno del cancello della casa dove lavoravo. Per la strada c’era un negozio di cose varie gestito da un giovane proprietario che, quando passavo, si faceva trovare sempre sul marciappiede e mi salutava, ma io facevo finta di non accorgermene. La mia vita trascorreva così, lavoravo con buona volontà e piano, piano mi ero affezionata a quella famiglia ed andavo molto volentieri a passare le mie giornate fra fatture, camionisti e banche. Conoscevo un ragazzo che mi faceva tremare il cuore, ricordo che, quando si andava al mare, lui passava e ripassava passeggiando ma non ebbe mai l’ardire di salutarmi con un sorriso. Fu un miracolo, un’amica di mamma conosceva perfettamente questo giovane, calabrese fuggito dalla sua terra per paura dei bombardamenti via mare che gli americani facevano verso l’Italia. Un giorno me lo trovai a casa, era venuto per portarci a nome di una comune amica non mi ricordo più che cosa, tale era la mia meraviglia. Non dimenticherò mai il suo sorriso, i suoi occhi e fui affascinata immediatamente ed anche lui continuava a sorridere con gli occhi che gli brillavano. Fu amore a prima vista. Un amore che è durato tutta la vita!
Ancora oggi, che lui non c’e’ più, se penso al suo sorriso mi viene da piangere. Lui mi veniva a prendere in ufficio e, con due biciclette, andavamo in giro per la città. C’era un ‘però’ alla nostra storia perché lui lavorava in Sardegna, alle “Società Bonifiche Sarde” e quando ripartiva io piangevo come una fontanella. La sua conoscenza mi ha cambiato la vita. Gli scrivevo quasi ogni giorno e le sue risposte erano per me una musica paradisiaca. C’era qualcosa di strano nella nostra storia, mia madre vi saprebbe dire perché ma io ci rido a crepapelle. Mio marito poteva sembrare un mezzo sangue, cosa che a me piaceva tantissimo, era molto bruno, gli occhi nerissimi ed un sorriso smagliante. Insomma, il mio ideale! Filippo mio, perdonami se qualche volta ti ho fatto inquietare, ma il nostro bene ha superato tranquillamente ogni cosa, non abbiamo avuto incomprensioni, non abbiamo mai avuto lunghe ore di silenzi, ed il nostro amore è sempre stato fresco, bello, pulito come se ci fossimo conosciuti in quel momento. Ciao, amore mio Pippo, sono sempre con te!