Sono passati gli anni ed io, ormai, ho quasi 16 anni!
La mia vita andava avanti da sé ed io, fra la scuola ed i divertimenti, trascorrevo le mie giornate come meglio potevo.
Casa mia era alquanto severa e solo mio padre era scherzoso e giocava con me, ma io cominciavo ad essere grande e forse mi allontanavo da papà, ne avevo un certo imbarazzo. Lui era anziano anche se, pur di fami ridere, mi raccontava sempre le storielle più ridanciane. Quando eravamo a casa stavo con lui, mi divertivo e ridevo volentieri ma, per la strada, specialmente se ero in compagnia, mi seccava se lui si avvicinava e voleva parlarmi. Fu un periodo un po’ strano e lui si confidava con mamma che cercava di fargli capire che era colpa dell’età, età ingrata!
La tragedia stava per toccare la mia famiglia ed io non immaginavo quanto fosse pesante, quanto dolore avrebbe portato fra noi. Papà morì nel sonno abbracciato a mamma e lei se ne rese conto perché lo sentì farsi sempre più freddo. Erano le 5 del mattino ed io, che dormivo nella stanza insieme ai miei genitori, fui vestita e portata con la macchina di zio Renato in casa delle mie cugine.
Ero con gli occhi sbarrati, non riuscivo a piangere, e solo dopo, forse anche adesso, penso a mio padre e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Fu una fortuna per lui e per tutti noi che morì nel sonno perché la tragedia appartenne solo a noi familiari e potemmo esprimere tutto il nostro dolore immenso.
Lui era il nostro epicentro e non vederlo più in mezzo a noi era una situazione angosciante, senza una ragione. Non era vecchio, aveva soltanto 74 anni ed era ancora vivace e attivo. Con me, specialmente, si divertiva moltissimo, in casa, come vi dicevo prima.
Piano, piano, la nostra vita continuò e mamma fu per noi il pilastro a cui ci appoggiammo tutti e lei fu, veramente, il fulcro della nostra vita!
Gli anni passavano, ed ognuno di noi faceva il proprio dovere, io continuavo la scuola, mio fratello aveva trovato un lavoro.
Pasqualina rimase con noi, costretta da mamma che non voleva assolutamente che lei andasse via e mia madre, sempre in prima persona, dirigeva la casa come aveva sempre fatto. Piano, piano, la tranquillità riprese i nostri cuori, solo mamma, senza farcelo capire, era sola e pur avendo tanti amici non era più la madre che ricordo come fosse ieri. Eravamo una banda insieme alle mie cugine ed ora siamo rimaste in due: io e Isabella, la mia coetanea! Lei abita con il figlio a Pescara, con i suoi ricordi, ed io ad Osimo con l’amore di mia figlia e di mio genero.