Ricordo con tenerezza il giorno in cui è nata Carla, la faccetta atteggiata al riso e lo sguardo brillante. Dopo un attimo di meraviglia, pianse e poi si rasserenò.
Quando tornammo a casa la gioia prese il sopravvento. Carla era buona, dormiva quasi tutta la notte ed appena sveglia cercava, con gli occhi la mamma, il papà e la nonna. Poi rideva, rideva e continuava a ridere. Era felice!
Aspettando che lei arrivasse, c’era Pluto, un cane bastardino, piccolo, snello, di colore marroncino con una macchia un po’ più accentuata sul musetto.
Ce l’avevano regalato ad Arborea, dove ero rimasta per 9 mesi per poi trasferirmi a Cagliari dove avevo preso il mio posto di lavoro che mi durò fino a che non mi licenziai dopo parecchi anni.
Pluto venne da Arborea a Cagliari dove rimasi per 9 anni. Stette con noi, facendoci impazzire dalle risate, per parecchi mesi e fu la compagnia più bella, dopo quella di Carla, che potessimo avere.
Avevamo un corridoio lunghissimo che finiva sulla porta di casa. Il suo divertimento più grande era quello di correre velocemente dalla parte opposta della porta di casa, raggiungeva frenando il lato opposto del corridoio dove sbatteva contro la porta e faceva finta di rimanere un po’ stordito. Era la nostra gioia ma cominciammo seriamente a pensare di darlo via. Era un cane meraviglioso ma troppo impegnativo per me e Pippo che eravamo da soli.
Quando usciva rientrava dopo due giorni. Scoprimmo che passava la notte con una cagnolina molto vezzosa che gli faceva la corte. Quando ce ne accorgemmo era cosa fatta, la femminuccia ebbe un bel cagnolino.
In quegli anni avevamo un contadino che ci portava il latte ogni mattina, verso le 7, e quando gli parlammo di Pluto fece un sorriso radioso ed accettò il regalo ripetendo: grazie, grazie ed ancora grazie. Quando venne il giorno, lo ricordo perfettamente, le lacrime cominciarono a scorrere copiose dalla sera prima e la mattina dopo rimasi sul balcone fino a che la macchina del lattaio non si perse fra il via vai della strada. Fu un dolore profondo e, ancora oggi, quando si parla di Pluto, un sorriso radioso accompagna la nostra espressione. Pluto, il nostro amico cane che ci faceva compagnia con i suoi scherzi. Sapeva giocare a nascondino, a rincorrerci, sapeva fare tutto ed io, non dimenticandolo mai, lo penso intensamente e rido, ancora, di tutti i suoi scherzi. Ciao Pluto.