Anna Raviglione fa la professoressa di lettere in quel di Biella. E’ poetessa e raffinata scrittrice. Sa indagare, raccogliere notizie e dati come un detective navigato. Ha l’anima del cronista dentro di sé. Forse per questo motivo e per tanti altri ha avuto il privilegio di percorrere con l’indimenticabile Pino Scaccia l’ultimo percorso letterario della vita di lui. Con ‘pupi’ come li chiamava affettuosamente Pino che hanno segnato la storia della letteratura italiana. Prima di incontrare Scaccia Anna stava scrivendo il libro che voglio presentarvi oggi. Lo mise nel cassetto dopo averlo fatto leggere all’inviato con l’anima
Che diede il suo critico assenso. Se avete avuto una Nonna, come me e come tanti, a cavallo del secolo. Una nonna che le ha passate tutte le guerre, le pestilenze, le disgrazie famigliari e universali, la storia di Pierina, detta Angiolina, fa al caso vostro. Commozione e gioia. Intensità. La cartella stampa scrive così. Buona lettura
La “ragazza del 99” è la storia declinata al femminile di quasi un secolo di cambiamenti: dal collegio rosminiano alla fabbrica; dal “Patto della montagna” ove si sancisce in terra Biellese il primo accordo mondiale di parità salariale tra uomo e donna, alle note di Annita Di Landa, la cantante torinese zia del grande Fred Buscaglione; dalle chicche su Ferdinando, il cugino ospitato a Biella prima del secondo conflitto mondiale, quando ancora non era il Fred di “Eri piccola”, fino alle rivelazioni esclusive su Adriana Ivancich, la musa di Hemingway.
Un affresco di vita familiare dove la microstoria si intreccia con la grande storia, regalandoci squarci inediti e curiosi. Il lavoro faticoso, il coraggio, la fede, ma anche l’amore autentico, l’allegria e l’ottimismo verso un futuro di riscatto formano i tasselli di una vita straordinaria. La ragazza del ’99, col suo carattere indomito e forte, sempre al passo coi tempi, attraversando guerre, privazioni, lotte di fabbrica, lutti ed epocali cambiamenti socioculturali, si fa vivo esempio per ogni donna di oggi, dinanzi alle vecchie e nuove sfide del nuovo millennio.
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Concludo con le parole di Anna dopo un evento molto importante in Campidoglio qualche giorno fa:
“Onore e commozione. Essere stata invitata fra i finalisti del premio Alberoandronico e parlare di Pino nella sala Giulio Cesare del Campidoglio, in un luogo unico nel cuore della Capitale, ha scolpito in me emozioni indelebili. Le parole di grande apprezzamento riguardo al “pupo” e di autentico affetto per il Gabbiano resteranno incise nei miei ricordi più cari. Come ho detto al microfono durante il mio intervento, anche Pino ne è stato sicuramente felice.
Poi la sera, scendendo la scalinata più suggestiva di Roma, tra i bagliori di una pioggerellina mite, un gabbiano continuava a sorvolarci accompagnando i nostri passi; così per tutto il tragitto, per poi accomiatarsi con un inchino. Del resto, si sa, il nostro inviato è sempre stato un giocherellone.”