Come si fa a pensare ad alta voce scrivendo? La radio mi ha abituata male ma ci provo ugualmente.
Incontro cuoche e cuochi, ristoratori illuminati, resistenti e resilienti. Gli argomenti sono sempre gli stessi e ogni anno che passa sembra che potrebbe, da un momento all’altro, precipitare tutto.
Non farò nomi, né luoghi e ogni riferimento a persone realmente esistenti sarà casuale. Queste riflessioni non riguardano le ‘Stelle’ che sono una minoranza ma le normali attività, gli esercenti della ristorazione, piuttosto creativi e professionali. Insomma gente di mestiere.
Ci sono quelli che va sempre tutto bene, anzi benissimo, i locali sono pieni, dicono, e lavorano a spron battuto. Ottimisti per natura.
Ci sono quelli che si lamentano, a ragione, per la mancanza di personale in cucina e in sala ma, soprattutto, per la mancanza di clientela. Dicono che la clientela è cambiata che ordina mezze porzioni. Scontrino minimo 25 euro e nemmeno un calice di vino. Morale della favola: siamo sempre meno propensi a spendere.
Quelli a gestione familiare aperti da 50 anni che si possono permettere di stare chiusi se non hanno prenotazioni.
Quelli che perdono il loro tempo prezioso a rincorrere chi non si è presentato dopo la prenotazione, non ha disdetto e al telefono nega di essere lui.
Quelli che fanno le ‘black list’ con i nomi dei clienti indesiderati e le fanno girare, in zona, ai loro colleghi.
Ci sono quelli che credono di poter fare a meno del lavapiatti e incasinano la cucina quando magari la sala è piena.
Potrei andare avanti all’infinito raccontandovi di bagni al mare che si sono attrezzati con furgoncini/friggitrici e girano per i mercatini di paese.
Raccontandovi di associazioni, di gruppi facoltosi che, per etica, non possono spendere più di 30 euro a persona.
Mi fanno, poi, una tenerezza infinita i piccoli artigiani che finiscono in serate/evento a tema nelle quali devono fare sconti o, addirittura, regalare, fiduciosi, a un ristoratore che comprerà poi, nella normale gestione, i loro prodotti? Sarei felice di essere smentita.
Sarà un’Estate di eventi e incontri, ci sono coinvolta anch’io, atti ad attirare ospiti nei locali con le motivazioni più disparate, spesso molto lontane da cibo e vino.
Un giorno un cuoco mi dice: ‘Anche i turisti sono cambiati. Arrivano con le borracce e se le fanno riempire, si siedono, guardano il menu, dicono che non era quello che si aspettavano e vanno via. Zainetto in spalla, scarpe da tennis e si fermano in posti meno impegnativi‘
‘Dobbiamo cambiare rotta, qui c’è qualcosa che non va‘ Afferma una mia cara amica cuoca. ‘Il problema è capire cos’è che non va‘
Mi fermo qui ma potrei andare avanti all’infinito. E voi che pensieri avete ad alta voce avete?