La nostra famiglia si era assottigliata, non c’erano più quelle rimpatriate d’estate, in riva al mare, con i ragazzi che si facevano sempre più grandi e cominciavano ad uscire da soli, sempre con la grande pena che noi mamme provavamo nei nostri cuori. Carla si stava facendo veramente bella ed aveva uno stuolo di ragazzi che le facevano la corte. Ricordo ancora i nomi, non ve li nomino perché è imbarazzante, ma io ci ridevo con lei e quando rientrava, la sera, mi raccontava tutto. Dopo la morte di mio fratello io e mio marito convincemmo mamma e Pasqualina a venire con noi ad Ancona e, finalmente, la nostra famiglia cominciava ad avere un aspetto importante: eravamo finalmente una famiglia. Tutto andava bene, Pasqualina andava a fare la spesa e cucinava, mamma leggeva il suo giornale quotidiano, io e mio marito nei nostri Uffici e Carla a scuola dalle suore dove io passavo alle 14 e lei scendeva le scale tutta felice. La Sardegna mi era rimasta nel cuore e, appena potevo, mi attaccavo al telefono e parlavo a lungo con Ninì, la mia amica più cara, però, quando ci salutavamo a me rimaneva un che di malinconia che difficilmente mi passava. Ancona è una gran bella città, con il mare che si fa vedere da due parti, il Duomo in alto che domina il Porto e le vie strette ed anguste della parte vecchia. Città affascinante! Le passeggiate lungo il Viale della Vittoria, erano un tonico per le nostre menti stanche. Si arrivava al Monumento, grandioso edificio con ampia scalinata che ti porta fino alla terrazza che domina tutto il mare! Era la nostra passeggiata preferita e lungo il Viale ci sono delle panchine, giusto il momento di rilassarsi e riposarsi. Per il rientro a casa era obbligatorio l’autobus che aveva la fermata proprio sotto casa mia e spesso c’era mamma ad aspettarci lungo il terrazzo che guardava la strada. Gli anni passavano ed era tutta una scoperta: la città ci mostrava ogni angolo della sua bellezza e le nostre passeggiate pomeridiane si facevano sempre più ampie. Ancona ci piaceva, Pescara era vicina cosa altro potevamo desiderare? Il destino degli uomini è misterioso e si abbatte sulle persone quando meno te lo aspetti: non potevamo continuare ad essere soddisfatti della nostra spensieratezza e un altro lutto si abbattè sulle nostre spalle e mamma, la mia meravigliosa mamma, morì a 86 anni in una giornata piena di sole. Ricordo le lacrime del nostro medico come se fosse oggi! Ricordo lo stupore mio, misto a dolore, tanto dolore! Mio marito era sbigottito e si chiuse in bagno per poter piangere senza che nessuno lo vedesse. Amava mia madre, me ne rendevo conto tante volte ed ero felice. Noi soddisfacemmo il suo desiderio: la portammo a Pescara, sopra mio fratello quasi a difenderlo dal mondo. Passarono molti anni, Pasqualina rimase con noi, felice di far parte di una famiglia che le voleva molto, ma molto bene. Continuava a fare la sua vita e piano, piano si invecchiò, ricordo che tante volte mi chiese di portarla in una Casa di Riposo ma io, piangendo di tenerezza, l’abbracciavo piccola e magra, con tanto amore! Anche lei ci lasciò, aveva 92 anni e rimanemmo io e mio marito. Carla si era sposata con Carlo, felicemente sposata, e piano, piano anche noi, ormai grandicelli, lasciammo Ancona per Osimo, dove viviamo ormai da tanti anni.
