Tempesta di Nicola Dal Falco
La barca è salva, nel mare naviga sul palmo di una mano; mano scelta, mano di santa, verso la collina nera che s’apre, a riva, come un occhio.
La barca è salva, nel mare naviga sul palmo di una mano; mano scelta, mano di santa, verso la collina nera che s’apre, a riva, come un occhio.
D’Hermes La notte aperta Chimera di vie Camera ignara Eppur fitta di trame Folgorante vicino E lontano In un pesare di passi Che non danno ombra Tutto il mercuriale Fervore L’incessante forse Disteso Di qua di là? Scivola il dio Che s’è fatto preludio Messaggio
Ulivo Odisseo Più di una pianta Un nome Torna nel racconto Dell’eroe con l’ombra Di una grazia Del voto alla Dea amica Come prova di una benevolenza Che non arretra Ulivo nel manico dell’ascia Che fa la zattera Per fuggire il regno settennale Della Ninfa E ulivo nel palo che frigge L’occhio del Ciclope Questi…
Dice il poeta che il moto continuo Sia fonte di gioia, sua rappresentazione, Il contrario, invece, un affogarsi Nella malinconia, un rigor vitae, Alla spontaneità degli uccelli Al loro svolare e cantare (senza pace) Sarebbe affidato l’indizio della felicità, Un contrario cosmico, tanto più utopico Quanto lieve, visibile a tutti, meritato Dagli uccelli in unico…
Ho tessuto un fodero amaro E affilato la lama Alla pomice nera Dei ricordi più ingrati Chiedendo al polso Quel ritmo estraneo Di cosa mortale Fino al sapore dolce Del ferro Ora La mia lama taglia a puntino Un lavoro ben fatto Perché più non mi serve Il cuore sciolto infine E leggero…
E una musa scalza Che canti ancora Il primo pastore L’ora senza ritorni Dei miraggi E sappia mescolare Il vino agro All’onda di un’occhiata Leggera e immacolata Come cenere Le foto sono di Rosenda Meer, tratte dal suo libro Memories Recit de Voyager dans l’art textile de l’ Inde Le Cachemirien MMVI
conversazione tra santi sacri il cipresso impolverato, l’alloro e la rosa, le cicale che incoronano di canti l’ombra, tagliata nel muro, alle donne che seguono l’acqua mentre corre nell’orto e di notte come i gatti osservano la vita rattrappita delle cicorie, dei sedani, delle zucchine, un’ombra rossa, accostata a una gialla, accesa…
Fu per i sensi una sorta di tramonto disegnato a cui sovrapporre, di volta in volta, un tocco avorio, una sfumatura albicocca che virasse al porpora e al grigio, sbiadendo d’acqua il colore così che le macchie conservassero della tinta giusto una linea di contorno, un ghirigoro postumo, più l’intenzione, la memoria del…
Bianco come la balena bianca è «il sentiero del Leviatano», la ferita che egli apre, nuotando per le vastità del mare e mostrando quale sia il vero colore dell’abisso. La sua presenza, la sua scia, rappresentano l’apertura dei sigilli, la stoffa lacerata della creazione, l’incipit di ogni rivolgimento. Questo ricordo biblico, questa immagine ripresa dal…
Bucano gli agoni la superficie del lago, spinti dall’impeto amoroso. Nudo metallo, limato tra petti e pinne. Cuciono una breve passione per appetiti che durano un anno: fame e fama di cacce notturne. Sono argomenti oziosi, vitali, tempestivi, sottintesi, “lavorati – come dice Cicerone – sulla punta dell’ago” per tutta la vasta, irregolare, circolarità del…
La mia pasta si chiama 600.27. Ho scelto grani duri tenaci per dar vita ad una semola dorata, omogenea e vellutata. Ho usato le classiche trafile di bronzo e un’essiccazione attenta a bassa temperatura per conservarne quasi intatti i valori.
Ho voluto che profumo, sapore e consistenza fossero netti e persistenti e che tenuta di cottura e gusto diventassero inseparabili.
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