Ahhhhh, i biscottini! Noi li abbiamo chiamati gli “Gli Amarantini”, perché sono un po’ come delle nostre creature. Sono parte di noi, nati dalla voglia di concludere degnamente un pasto qualora non si abbia voglia di dolce. Ogni volta che li preparo mi sento un po’ il diavoletto sghignazzante di cui parla Joice. Si perché è proprio vero che se Dio ha inventato il cibo, il diavolo senza meno ha inventato i cuochi.

Mara Palanca e il marito Chef Antonio Di Guglielmo
Dai, io li vedo i miei clienti che prendono un biscottino miele e cannella, e poi ne prendono uno al limone, poi uno all’amaranto, poi quello al Varnelli, e poi quello al Rosso Conero… e poi mi guardano come per dire “tutto qua?” Ahahahah! Certo signori, a caval donato… perché io, cattiva, ne offro uno per tipo… e allora nel prepararli mi diverto a pensarci. E più ci penso, più mi vengono bene.

Gli Amarantini per San Valentino
Ogni nostro biscotto ha un impasto diverso, due addirittura sono ricette di mia nonna, quelle che “metti un po’ di quello, un po’ di quello e poi la farina fino a quando basta”. Fanno parte della mia memoria di bambina. Quando ho provato a farli, la soddisfazione più grande è stata aver raggiunto quel gusto che ti riporta alla mente tante belle cose e ti scalda il cuore.
Insomma “Gli Amarantini” sono una coccola da dedicarsi ogni qualvolta ne abbiamo bisogno. Da soli o in compagnia; con una viscioletta, una tisana o con un buon caffè.

Gli Amarantini con il vino di visciole
Mara Palanca, panettiera e pastrychef Ristorante Amarantos, Porto Recanati